mercoledì 7 marzo 2012

Bambini.


Specchierina 25x25 pastiglia e colore

Qualche disegno, idee, proposte. Poi andare a mano libera e vedere cosa esce fuori. Pensavo al dialogo, pensavo ai bambini. E i colori son venuti così, delicati, buffi, accesi ma non sfacciati. Colori a tempera e cera, il tutto più soft possibile, perché in una cameretta non entrino orchi chimici e veleni. Ma sotto sotto, prima dei colori, prima delle composizioni, ho scoperto che hanno un perché anche quelle due seggioline che dialogano. Che una è alta, è l'adulto certamente e ha uno schienale che sembra la scala dell'evasione. Forse perché ha più esperienza o forse più bisogno di scappare. L'altra è piccolina, è il bambino e mi ricorda una seggiolina da campeggio: ricordi di aria aperta, quindi e libertà di scorrazzare senza troppi orpelli, seminudi e selvaggi. E ci ho pensato, dopo, a questa differenza. La prima cosa, o la più facile che viene da fare pensando a un "grande" e un "piccolo" della stessa razza, è riprodurre la stessa forma in dimensioni minori. Ma io pensavo ai bambini. E allora mi è sembrato necessario far due seggioline spaiate, diverse, anche se l'estetica è sballata. Perché un bambino non è un adulto in miniatura, ma una persona che sta crescendo. E' diverso, dal genitore. E' altro, con diversi bisogni e diverse esigenze e desideri differenti. E allora ha proprio un altro stile quella seggiolina piccola lì e non è neppure detto che mentre il dialogo si svolge lei stia ascoltando, forse sta invece parlando a quella vecchia sedia scolorata per raccontarle un altro mondo ancora. Quello possibile, quello nuovo, quello suo. Il mondo interiore dei bambini è un equilibrio fragile e in formazione, un tutto in potenza che deve sbocciare con l'aiuto degli adulti. Annullare il mondo interiore di un bambino è la violenza più grande e facile che esista. Per quel poco che ho visto passa dalle infinite impercettibili sfumature di quelle mamme che chiamano sempre i loro figli Mio figlio, senza dar loro un nome oppure ancora peggio  "Il mio", come se fossero oggetti e i loro mondi passassero in secondo piano di fronte al fatto di essere opera e proprietà di quella mamma lì, che senza l'identità di mamma e possidente e creatrice come donna non ha altro a cui appigliarsi per sentirsi "esistente". Ho pensato ai post di Maestrapiccola, di quando racconta bambini agghindati come fantocci pieni di scritte paillettes e borchie da genitori che ne fanno delle ridicole bambole. I bambini hanno bisogno soltanto di vestiti comodi per giocare, a loro non serve la divisa come ai punk, ai dark e agli emo. Ce l'hanno intero, il mondo, non gliel'ha ancora fatto a fette nessuno. Quisquilie, diciamo, piccolezze. Ho troppo poco tempo in questi giorni: fogli, treni, documenti, dorature, patine, ammanniture, telefonate. E così non ho avuto modo di approfondire. Ma dentro quella sedia lilla c'é anche la proposta dei due ricercatori italiani che hanno proposto l'infanticidio come "aborto post natale". Roba che fa accapponare la pelle e che non ho capito se fosse una follia totale o una provocazione per porre invece l'attenzione sull'evento della nascita.    

11 commenti:

  1. te l'ho già detto e per una volta faccio un'eccezione e lo dico pubblicamente. sei lucida quando scrivi di queste cose e a me fa bene. torno al cutter, ora.

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  2. Accidenti! Avrei commentato stamani ma qualcuno di molto piccolo me l'ha impedito, reclamando a gran voce "Labalena" e "Hai" (Heidi).
    Volevo dirtelo già da un po': quando scrivi dei bambini lo fai con una delicatezza e una capacità di lettura che forse dovrebbero avere alcuni genitori. Si vede che gli artisti portano sempre in sé un po' della loro infanzia, con la differenza che, come tu dici qui... (ah, no, non eri te: era la mial di un'amica del web, va be', cito): "Peraltro quella è forse l'età in cui ci riesce meglio farlo (riferito alla comprensione del mondo), in barba a tutte le nostre apprensioni, da gente convinta che le adulte capacità analitiche aiutino a comprendere l'accadere, mentre ho sempre più l'impressione che si limitino a fissare le nostre ossessioni. O quantomeno l'ossessivo bisogno di capire."

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  3. AH... ops! Riguardo alle sedie: mi hai fatto sorridere, perchè quando parli di sedie spaiate non posso fare a meno ogni volta di pensare alle mie, sempre offerte dal nostro sponsor ufficiale (il cassonetto). Che sia indigenza nel nostro caso o sciatteria, non so, forse semplicemente un'assenza di finitezza, nell'aredamento come nella vita, un non volersi ancora "finire", darsi una forma definitiva, che prende la forma, per quanto riguarda le sedie di un "Ma tanto che ci frega, mica dobbioamo restarci per sempre in questa casa, non è mica nostra ecc... perchè spenderci soldi/energie/investire nella cura della sua estetica?"
    E poi penso anche a mia madre, alle sue sedie "pezzo unico" che affollano il vano-studio-salotto-seminterrato-angolo ricreativo arredato con quel che rimane delle varie case smantellate di amiche e cognate, incluso il suo ex-studio di psichiatria, e penso che alcune persone hanno l'innata propensione per il recupero di ciò che per la società costituisce la massa del "rifiuto", umano quanto materiale, e che invece basterebbe giudicare sulla base della sua specificità e peculiarità per scoprirne il valore reale ed esclusivo di quel pezzo, che esula dal seriale.
    Ho scritto un botto, scusa!

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    1. Mi piace quando scrivi tanto, SuS!
      Le sedie sono storie, non si scappa!!

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  4. Ah non so mica cosa scrivere. Avrei voluto scriverlo io. E questo è un gran apprezzamento anche se non sembra.
    Scusa il commento banale, ma io mi amutolisco davanti a qualcosa che mi tocca molto dentro, molto da vicino.

    Bella la specchiera!

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  5. Non riesco a trovare le parole. Un post più di tanti trattati di pedagogia, utili sì, ma spesso troppo pieni di parole-
    Grazie!

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  6. Non riesco a trovare le parole. In ogni caso, un post più di tanti trattati di pedagogia, utili sì, ma spesso troppo pieni di parole.
    Grazie!

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  7. grazie di aver pensato ai miei post!
    maestrapiccola

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  8. grazie di aver pensato ai mie post!
    maestrapiccola

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