Il Genio, da Diario di Fiume e Altre Storie, Gipi
Oggi è la giornata della memoria e così vedo in giro molti link che ricordano i campi di concentramento. Oggi posso dire che a farmi paura già dall'infanzia era una cosa che si chiama annullamento. Che non era conseguenza di una dittatura, ma era alla base del pensiero che quella dittatura ha generato. Certo, un annullamento plateale e relativa cancellazione fisica sistematica è agghiacciante, è necessario, ricordare la storia. Ma quel pensiero malato che verbalizza e dona voce a ciò che di malato è presente nell'inconscio di alcuni individui, non è certo sparito con la caduta dei fascismi, nazismi e compagnie. Non è recintabile a periodi storici o zone geografiche. E' presente sempre, ovunque, anche dove sembra che sia sparito, anche se solo a volte si esprime in maniera esplosiva. Magari nei gesti di un folle che impugna un'arma e fa fuori delle persone perché nere o perché non cristiane. Esiste una cultura che abbevera certi pazzi, ma per la cosiddetta libertà non la si controbatte, si lascia andare, serpeggiano pensieri mortiferi come gas velenosi. Si diffonde una nebbia letale in cui può diventare difficile aver chiaro il confine, perché bisogna esser buoni per forza, perché c'è chi ti vorrebbe confondere le idee urlando più forte, ostentando sicurezza. In tempi di crisi, tutto vacilla, se non è saldo. In tutto questo berciare rabbioso, spuntano a volte delicate vocine che in un sussurro tremulo regalano un punto di vista pulito, mirato a una conoscenza, a una ricerca, a un approfondimento. Leggo, grata, e penso. Parlo con persone concrete, che agiscono, che si mescolano, senza troppe teorie e chiacchiere. Penso. Cerco i fili soliti. Annullamento della realtà umana, semplici mazzi di persone a cui si appone un'etichetta: negri, ebrei, omosessuali, terroni... Come fossero bambole, corpi vuoti che fanno numero. Eliminarli per cancellarli. Ma non è necessario prendere una pistola, basta anche meno. L'annullamento che fa sparire una persona, tutto il suo mondo interiore, la sua storia, le sue emozioni, è qualcosa con cui si ha a che fare forse tutti i giorni e non riusciamo neanche a capire dove stia, non lo mettiamo a fuoco. Ci sentiamo fiacchi, ci sentiamo male, ma non riconosciamo da dove ci vengano i colpi che ci massacrano. Poi ci rendiamo conto che stiamo in rapporto con persone che non ci vedono proprio, che non vogliono noi in quanto persone uniche e speciali, bastiamo loro in quanto fantoccio dentro al quale si posson mettere le cose che servono. Un pubblico che applauda, un partner, un figlio da educare, una persona da accudire. A volte per le persone che abbiamo accanto siamo solo un corpo con sopra un'etichetta. E quando lo vedi, quando capisci questo meccanismo, riconosci i sintomi, invidui gli ingranaggi, ti accorgi che non è più così inconcepibile, l'orrore. E da quel momento non hai più bisogno di una ricorrenza. E 'ogni giorno, il giorno della memoria.
m'inchino, per farlo alzo il culo dalla sedia
RispondiEliminaanc'io mi unisco
Eliminama stai bona te e gli inchini ;)
EliminaVero. (hai una mente bellissima)
RispondiEliminaeh, cara carciofa improvvisata, ma il culo come si vede tira di più U_U
RispondiElimina;*
Bella la mia Ladoratrice, hai un meraviglioso filo di pensiero, perché vedi quello che molti non vogliono o non sanno vedere. Mi sa che hai una lampadina speciale per vedere nel buio della storia, o delle lenti magiche che rendono intelligenti abbestia.
RispondiElimina:-)
:-*
;*
EliminaLeggerti è poesia.
RispondiElimina:)
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