sabato 24 dicembre 2011

Visioni.


My son my son, what have ye done? W. Herzog 2009

Con tutto quel che ne avranno scritto in rete nemmeno mi ci metto a parlare di questa chicca. Ci ho trovato talmente tanta e tanta roba che ripeterei sicuramente il detto e ridetto. Una cosa, in particolare, secondo me è geniale. Per tutto il tempo, l'eccesso e l'alienazione del protagonista lasciano sbigottiti e non fai che ripetere guardando i coprotagonisti Vattene, mollalo, ma cosa aspetti? e invece tutti restano, o quasi. Perché non scappano, non lo allontanano, non se ne vanno via? E' un uomo parecchio strano e in certi momenti il suo contatto con la realtà sembra irrimediabilmente perduto. Farnetica. Delira. Eppure restano. Esistono rapporti che fondano le basi su un pensiero malato. E i rapporti uomo donna e madre figlio del film ricalcano schemi precisi, la mamma pazza rimasta sola nel ruolo di vittima, abbandonata, perpetua l'inferno da dietro a un vetro di lacrime pronte a schizzar fuori. Il figlio, immobilizzato, trangugia l'odiata gelatina e abbozza. Tira dentro a un patetico teatrino anche la sua ragazza, che suo malgrado sopporta, timidamente prova a scuoterlo. Ma lui non ce la fa, lui ingoia e abbozza. Fino a impazzire, fino a scoppiare. E brandisce spade, fa cose strane, discorsi assurdi, ma nessuno scappa in tempo, prima che la tragedia si compia. Perché? Perché esiste ancora e sempre la speranza che un pensiero malato guarisca e non si pensa mai che il pensiero malato andrà così oltre fino a generare azioni malate? O le due vittime rimangono proprio per far sì che il "destino" si compia? Rimangono in questa alleanza patologica perché si porti in fondo il copione e il fato assicuri una solida identità per tutti gli anni a venire anche a chi l'identità non ce l'aveva? E' l'eterno dubbio, forse scioglierlo con una sentenza è impossibile senza cadere in un delirio d'onnipotenza. 

2 commenti:

  1. Carissima, leggerti è sempre un viaggio in un atmosfera di verità comlessa ma finalizzata alla sua scoperta e in alcune frasi ci si riconosce.
    Il pensiero malatao ha una premessa che è imprescindibile: si guarisce.
    E se non si guarisce non era malarto era perverso e qella è un latra storia.
    Se poi ri riferisci a malattie degenerative beh, quelle sono genetiche e quindi scritte nel destino di chi le ha e chi ci vive intorno imparerà a cambiare la sua vita nel tempo, nello spazio e nel luogo e chissà imparare a camminare meglio.
    Ti auguro di cuore una notte serena, un Natale che non sia religioso ma dell'anima, perchè tu sei una persona di buona volontà su questa terra che ha diritto alla pace ( e magari a qualche botta di culo, no ? :-))
    Auguri a te e a chi passa falla tua fornace i pensieri e anima.

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  2. ...e comunque è tutta colpa delle madri ;P

    non vi sono fischiate le orecchie ieri, a te e alle tue visioni?

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