domenica 12 giugno 2011

Grovigli.


Lo striscione sul Ponte del Pino ha sventolato fin verso sera, poi l'hanno tolto. In rete ne ho visto uno che era molto più bello e diceva "Ciccio, se non voti 4 sì ti lascio". E già denota una maggior profondità del rapporto, o quantomeno altri piani, altri livelli. Della serie: io sto con te perché penso che tu voti come me, ma se non è così allora anche vaffanculo. Se uno si sente legittimato a fare uno striscione-proposta ponendo la condizione dei 4 sì può voler dire due cose. La prima, bellissima, che non sapeva come chiederglielo e sapendo che l'altra/o avrebbe votato sicuramente 4 sì, ha deciso di scegliere un gesto plateale e buffo che facesse sorridere tutti i passanti. Lodevole. L'altra, tristissima a parer mio, che i quattro sì non son per niente sicuri, e dato che lui/lei invece ci tiene tanto che il voto sia quello, così tanto da porlo legato ad una questione da "tutta la vita" allora è nato lo striscione. E mica è una gran scelta, a parer mio. Forse se stai con uno che la pensa diversamente da te su questioni profonde tipo la legalità, la sicurezza e i diritti, forse, e risottolineo FORSE il rapporto è un po' bislacco, un po' superficiale, o così tanto che quello magari ti dice sì, giusto, cambio idea e voto come dici perché mi ami così tanto, perché così si sistema, ma poi continuate a vederla diversamente e ti tieni accanto un mostro. Ma questi sono i miei punti di vista talebani. Molte persone che conosco formano ai miei occhi "coppie miste". Uno impegnato e l'altro menefreghista. O ancora di più: uno credente l'altro che si professa ateo. Questa è ai miei occhi l'aberrazione più grande. Io trasecolo, perché una distanza più grande io non so trovarla. E la distanza non è diversità, è proprio distanza. La diversità di vedute può arrivare a incrociarsi lungo la strada del ragionamento, della ricerca, posson toccarsi, ma un credente e un ateo son lontani anni luce. Stanno su due piani differenti e a me certe coppie sembrano un quadro di M.C.Escher, in cui si gira si sale e si scende nella stessa stanza ma a guardarsi negli occhi non ci si arriva mai. Oppure a volte salta all'occhio la componente sadomasochistica di un rapporto e passi serate in cui ti si rimescola nello stomaco un groviglio di lucertole e non capisci se è la cena che ti stanno mettendo nel piatto, il cattivo vino o cosa. Poi esci dalla stanza e ti allontani da quei due che si massacrano ad ogni frase e ti senti rivivere. E metti un crocione su certe serate, che star lì a fare lo spettatore della tragedia ti fa pesare un macigno sul diaframma che neanche il cinghiale del digestivo effervescente. Io c'ho già i miei di sassi da portare, non ce la fo a portarmi pure quelli degli altri. Non riceverò un premio a farmi carico di chi, infelice, si sfoga infelicitando gli altri. Ho amici infelici, irrisolti, che stanno o son stati male. Succede. Ma che uno si accanisca su di me mi sembra una roba da poter tranquillamente rifiutare e lasciarlo nel suo brodo. E così a volte mi sembra che il mio stare al mondo sia una specie di Indovina chi, in cui incontro persone con cui non so o non ho interesse a rapportarmi e così la tavoletta si fa vuota, mi pare di star lì a sentire le antenne e a buttar giù palettine tipo E' un fanatico religioso? click click click E' un sadico? click click E' un violento? click click E' un anaffettivo? click E' uno stronzo? e la tavoletta si fa deserta e io ricordo una persona che forse mi spiegava o voleva insegnarmi che quando inizi a scegliere diventa più difficile tutto, perché è una strada solitaria e non si torna indietro. E io per certi versi quella strada lì l'ho presa presto, anche se per molto tempo ho continuato a tentare di deragliare. Esser fedeli a se stessi, tenersi bene, ascoltarsi, son solo i primi passi che poi portano a completarsi nel rapporto con l'altro. Se non ci sono io non potrò stare mai insieme agli altri. Stare in rapporto con una brutta persona fa di me una brutta persona, perché se io accetto la sua violenza, ne divento complice. Se sto in rapporto con un assente, sparisco. Accetto l'assenza e mi dissolvo in quella nebbia del tutto va bene, tutto è uguale. Questa mattina mi son svegliata piena di acciacchi e mi son trascinata fuori verso il bar dove raccattare le colazioni per gli ospiti. La città ancora dormiente o forse deserta per l'impeto vacanziero mi ha fatto pensare come sempre a chi di fronte alla possibilità/necessità di scegliere fa la borsetta e se ne va al mare, che tanto ci penseranno gli altri/è inutile/macchissenefrega. E in quell'indifferenza c'é tutta l'indifferenza del mondo, che se ne vanno al mare per far respirare l'aria buona al bambino, ma non gliene frega nulla di creare un futuro migliore, a quel bambino. Non si prendono la responsabilità di regalargli qualcosa di pulito. Negli ultimi tempi mi sento molto stanca, saranno i vecchi nodi che non so sciogliere o qualche tappo saltato per la troppa pressione, sarà questo sentirmi acida invecchiata e brutta, il ritrovarmi amorfa e spenta davanti a uno specchio e mi pare di stare a sputare veleno su tutti, decapitare palettine buttando giù furiosamente persone etichettate con onnipotenza. E questo mi fa affondare di più, come agitarsi nelle sabbie mobili. Poi cerco i miei spazi, i miei pezzi, tutto mi torna limpido. Io non mi posso tagliare le antenne, non posso tapparmi le orecchie. La ricerca è un cammino, è trasformazione. Non ha a che fare coi compromessi e gli striscioni tristi, con le nebbie e l'accontentarsi, il buonismo e le alleanze.

5 commenti:

  1. Che bello leggerti, la tua umanità trapela dalle tue stesse domande. Sono domande che mi faccio sempre anche io e quando scrivi: "Poi cerco i miei spazi, i miei pezzi, tutto mi torna limpido" a me viene in mente una frase "lasciare liberi gli altri di essere belli o brutti, sapendo come fare per trasformarli." Anche se trasformarli a volte è difficile come con i religiosi...quando non addirittura impossibile!
    :-)))

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  2. Quando lo specchio ci delude, la stanchezza regna sovrana e la sopportazione non sopporta più...io mi rifugio nella poesia :)

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  3. che bella collezione di negazioni che ti stai facendo. e che paura di perdersi tra queste righe.

    se ci si deve difendere da tutte le diversità, fare della distanza varco invece che territorio tra, quanto fragili si è in realtà?

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  4. Non riesco a fare selezoni se non nel momento in cui quelle violenze o differenze che dir si voglia non si appalesano impietose sul prossimo o su me stessa. Sin'ora nel mio universo personale non è che ne sia entrata tantissima di gente me ne è passata e, per sua natura intrinseca, la relazione (amicale o meno) si è sciolta senza drammi perchè così era, si è autoselezionata diciamo. Altre volte è stato traumatico ed una volta sono stata io che ho troncato di mia iniziativa un amicizia, perchè non ci tengo a fare la ruota di scorta, non ci tengo ad essere a comando e che aspetta i comodi altrui e deve bersi balle su balle e chiacchere alle spalle.
    Ti dirò, a me fanno impressione anche quelli che vanno d'accordo su tuttotutto...
    Ovvio che dei punti d'incontro ci vogliono ma non necessariamente le opinioni personali coincidono necessariamente col sentire personale, col gesto ed il vivere quotidiano.Uno si dichiara anti razzista ma poi il suo vivere quotidiano nega la dichiarazione, per dire. In questi casi mi domando davvero dove siano gli effettivi punti di incontro se davvero le diversità non siano necessariamente un fossato che divide.

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  5. Leggerti è sempre impegnativo. tanto più che questa volta mi sento chiamata in causa su alcuni punti da te toccati. Se è possibile una vita insieme malgrado diversità di vedute? E evitare certi argomenti é assecondare l'altro in alcune sue convinzioni, rispetto o è solo amore per il quieto vivere? Come quando ogni pretesto diventa buono come campo di battaglia? Quando ti accorgi che ogni banalità diventa una faticosa lotta per far prevalere la propria posizione sull'altro e ogni giorno richiama le battaglie precedenti, che credevi archiviate? Quando ti sembra di vivere due vite parallele come due spettri in dimensioni separate, destinate a non incontrarsi? E' vero: come in un quadro di Escher! Sono grovigli piuttosto complicati da dipanare. ma chi ha detto che sarebbe stato facile?

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