venerdì 11 marzo 2011

Petali.

Pensieri sparsi, come i petali di rosa sul lenzuolo. Mi manca il tempo di mettermi sul divano e farmi un té per far venire a galla immagini e parole e riuscire a legarle e farne una collana. Mi limito a dei ricordi, riflessioni, tasselli, sprazzi che si presentano quasi sempre mentre sto andando in motorino, unici momenti di testa libera tra scadenze, doveri, impegni, imprevisti e mal di testa. Sto facendo molte cose, non sto buttando il mio tempo, ma mi sembra di essermi persa il cercare, mi manca il mio trovare. Poi ci si mettono i problemi tecnici e lunghi sudati post vanno persi in un lampo di sfiga. Ho sempre in testa i post dell'Acciuga, le questioni interessanti uscite fuori nei commenti e l'impressione che alla fine la mia "posizione" riguardo alla possibilità che esistano emozioni buone e cattive, alla necessità o meno di correggere se stessi e quanto sia utile un'educazione all'empatia sia totalmente incompatibile con quella che è la mia ricerca personale. Poi scava scava e ricordando e cercando ho capito che uso metri molto diversi, per misurare il mondo intorno. E' salita a galla un'altra acciuga, 40 kg sbilanciati in un eskimo non suo, anfibi fibbie e capelli dritti su una testa non vuota ma confusa che mentre parla e piange su una storia chiusa dice "E' brutto". E il confidente con aria sapona e impassibilmente zen che le risponde "Non esistono cose belle o brutte, esistono cose giuste o sbagliate." e io che di zen non avevo manco un'unghia o forse ero più zen di tutto lui messo insieme ma stavo troppo male ci cascai in pieno e mi sentii molto meglio. Uh come è consolante pensare il mondo in caselline e suddividere. Ma chi lo dice cosa è giusto e cosa è sbagliato? Alla fine la casistica era sempre infinita, variabile e le regole eran dettate da qualcosa o qualcuno e soprattutto era necessario un giudizio. Col tempo ho smesso l'eskimo, la cresta e il metodo giusto/sbagliato. Mi son scrollata di dosso l'ideologia, la religione e le credenze o quanto meno ci ho provato. Come se non fossero poi la stessa cosa. Il metro è tornato all'origine: bello o brutto, senza che io me ne accorgessi. Semplificatissimo. Non ci sono regole. Viene sospeso il giudizio, che de gustibus ecc ecc. Ma se sul giusto e lo sbagliato spesso ci divide cosa ci ha detto il prete, il partito o la mamma, sul bello più raramente ci si trova in disaccordo. Forse perché scavalca le sovrastrutture e tocca direttamente l'irrazionale. Lo voglio sentire, uno che mi dica che l'Amore e Psiche di Canova non è bellissima. E le emozioni da lì vengono. E non penso possano esserci irrazionali giusti o sbagliati. Grossolanamente potrei dire esistono realtà umane belle o brutte, ma per esser corretti credo che l'aggettivo giusto debba essere sano o malato. A volte il pensiero si fa storto, si ammala. Una persona sana va verso l'altro con slancio, in apertura, curiosità, interesse. Poi può sortirne anche un grandioso vaffanculo, ma è pulito e sanissimo rifiuto. Un'irrazionale monco, malato, compresso, fa una realtà umana invidiosa, bramosa, cieca, che va verso gli altri senza vederli, spianando tutto come un panzer e pronta a succhiare come un vampiro. Leggo: nel momento in cui mi accorgo di aver provato un'emozione sbagliata devo provare vergogna e correggermi, è positivo. Ma non esiste il correggere un'emozione, l'hai già provata. E una persona non si può cambiare da sola, è una scelta razionale, diventa manierismo, una gabbietta di devo o non devo che ha a che fare con i comandamenti, più che con l'empatia. Se gli altri non li vedi, non ti interessano, non puoi decidere di amarli. Non voglio essere buona a tutti i costi. Non riesco neanche ad esser bella in tutti i casi. Ma posso fare in modo che ciò che può cambiarmi sia fatto bene. Non ci si cambia, da soli, perché ce lo insegna la maestra. Ci trasformano i rapporti. E quindi non credo nell'educazione, nella disciplina e le filosofie di vita. Non hanno presa sull'affettività. Più spesso sottintendono una dissociazione del pensiero dal corpo. E soprattutto, un anaffettivo, può rendersi conto di esser tale e decidere di correggersi come invece può fare un maleducato? Non mi suona molto. Però può incontrare persone affettive e ritrovare qualche pezzo perso. Può ricevere strumenti che prima o poi userà. Perché il dire: le emozioni sono lì e non puoi cambiarle ha a che fare con la tempistica, non con l'impossibilità di provare altre emozioni diverse da quella in futuro, non credo esistano persone cattive intrinsecamente e destinate ad esser tali per sempre, sarebbe la solita vecchia solfa del peccato originale e del siamo tutti pazzi e dei bambini perversi. Una serqua di cazzate. Correggere le emozioni. Se io quella persona l'ho invidiata è un dato di fatto e cosa posso cambiare ormai? E' andata, è successo. Posso, magari, interrompere una coazione a ripetere e scoprire che ci sono una vasta gamma di possibilità mai sperimentate che mi portano a provare cose nuove. Ma non si agisce direttamente sull'emozione, è un arrivarci prendendo un sentiero nuovo. Col tempo posso forse rendermi conto che mi sono trasformata e certe cose non le invidio più. Ma non è un lavoro individuale e nemmeno frutto di un'insegnamento lucido. E' una trasformazione profonda data dal rapporto con altre persone. Le azioni e quello che poi uno dà a vedere per poter essere amato in società non hanno niente a che fare con quello che lo muove dentro, a volte. Ma quello, bisognerebbe sentire, quello bisognerebbe avere la sensibilità di capire. Ascolto il cinguettare sparso come i petali, i pensieri restano sparsi anche loro e non riesco poi a legarli davvero, forse. Me ne manca il tempo e a volte mi sembra di avere le antenne tutte stropicciate. Quanto alla foto soprastante la mia rospaggine non si placa neanche mentre mi prodigo in azioni tanto romantiche. Se i tapini ebbri di champagne e di promesse avessero la malaugurata idea di giocare all'unisci i puntini scoprirebbero la nefasta sentenza: tanto finisce.

11 commenti:

  1. Vorrei che il mondo fosse pieno di persone come te, non uguali a te, diverse da te, ma con la stessa meravigliosa capacità di ricerca ed immaginazione.
    Ovvia, l'ho detto!

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  2. Ciao, penso che tu sia una bellissima persona, che fa della sua fragilità un enorme problema da non dover far presente agli altri.....direi che è arrivato il momento di non combattere più con questa tua particolarità ma di accettarla, e che chi ti circonda la rispetti.Scusa l'intrusione e l'italiano usato ma mi è venuta di getto.
    Leans.

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  3. Come sai, leggo sempre con grande interesse e ammirazione (e con l'aiuto di Lo Zingarello 2010 non avendo l'italiano come lingua materna
    :-)) i tuoi post. Secondo il mio modesto parere, quando leggo un testo, una poesia, un libro, se le parole contemporaneamente si trasformano in immagini nel mio cervellino sono parole da ricordare, parole importanti e vedo quasi sempre immagini quando leggo i tuoi scritti. Un abbraccio.
    P.S "Un lampo di sfiga", credo che lo userò durante la prossima lezione d'italiano per fare un'impressione ai miei compagni di classe:-)

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  4. Hai fatto il post che avrei voluto fare io, cresta a parte, se ne avessi avuta la capacitá. Brutto o bello, mi suona, non presuppone codici. La rospaggine, invece, non la condivido :D

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  5. Se i dico che, non Amore e Psiche, ma che Edera della Deledda io lo detesto? Così come detesto il Deledda-pensiero?

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  6. @ruhevoll: un mondo pieno di fave!!! :*
    @ecudiélle: qui vige il si tenne,un si diede.
    @Leans: bentornato!!!!
    @Karin: mi hai detto una cosa che per me vale quanto forse non ti puoi immaginare!!
    @Jonvalli: invece della cresta ci avresti messo roba metal ;)
    @Paperplanes: vedi? non ho ancora mai letto la Deledda, ma magari sull'Amore e Psiche ci si trova d'accordo! :D

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  7. Bhe, Amore e Psiche IO lo amo, da quando vidi la statua in una diapositiva alle superiori! Fu davvero una cotta memorabile.
    Amme Canova MI piace.

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  8. Uh! Mi ci piace assai questo post!
    Però son mica sicura che sul bello e sul brutto non ci si divida ancora di più e con più foga... E per fortuna nè, chè il Grinta non è decisamente l'Amore del Canova, però ammè me piace e lo trovo proprio belluzzo ;)

    Emozioni belle, giuste, sane, costruttive e emozioni brutte, sbagliate, malate e distruttive... in ogni caso, abbiamo bisogno di metter un'etichetta per riconoscere quel che fa male da quel che fa crescere. Questo era il nocciolo della discussione con le colleghe ammericane: la loro posizione si rifiuta di distinguere (a parole, ma poi lo fa comunque a fatti, intervenendo e normando reazioni o comportamenti), l'altra posizione, la mmìa, afferma che le distinzioni invece le facciamo, e che a maggior ragione dovremmo farle con consapevolezza e starci attenti e andarci piano (e io pure intervengo e normo e bla blabla).

    E no, non si cambian le proprie emozioni perchè te lo dice la maestra, le parole son forti ma non fan miracoli... Ma si cambian come dici tu nei rapporti.
    La maestra fa ben poco, è solo un megafono per le emozioni nostre e altrui chè altrimenti, talmente presi dentro come siamo (a tre anni come a trenta) passerebbero non viste o non capite.
    :-)

    Acciuga Alice commentatrice

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  9. @Alicecommentatrice: Eh, ma almeno sul bello e sul brutto ci si divide di pancia, mica per ideologia, lì c'entrano le viscere :D e quanto a gusti e bellomini... ogni scarrafone è bello a alice sua ;)) e io, di scarrafoni, me ne intendetti!!!
    La maestra accusatrice fa poco e peggio, ma una maestra emozionatrice fa un rapporto e fa tanto, ovvia.

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  10. e se ogni petalo si fingesse di essere una rosa, dove si arriverebbe unendo i puntini?

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