venerdì 10 settembre 2010

Week end.

Mujer llorando, Picasso

Un cornetto al miele sul terrazzo soleggiato e fresco, in mezzo alle ortensie, tra i fiori della plumbago e il verde della menta. Fotografare pigramente col cellulare sfocato e tremolante i ciclamini bianchi con i bordini fuxia, tutti assiepati, timidi ma come insanguinati, le dita gentili della principessa punta dal fuso. Penso ai miei libri lasciati indietro, a discussioni di cui non trovo il centro. Separazioni, nebbie, scelte affrettate o forse soltanto eluse. I rapporti che facciamo con gli altri ci danno forma, ci danno sostanza. La realtà non corporea che siamo si avvale di tutto quanto viene fuori dai nostri rapporti. Quando quella realtà non viene presa in considerazione si ha un rapporto soltanto fisico, annullante, di soddisfazione del bisogno. L'altro è soltanto ciò che nutrirà il nostro ego, come fosse una carbonara pronta a nutrire la nostra pancia. O una latrina in cui vuotarsi le viscere. Tu mi servi, io devo piegarti al mio bisogno, devi restare nella mia sfera per darmi un'identità. Un'idealizzazione, a volte, una più sottile violenza, altre. In entrambi casi, un cattivo niente. Una persona per cui tu non sei altro che ciò che gli serve non ti vede, vede l'interesse che ha in te, vede il gioco che puoi fargli, i problemi che potrai risolvergli. Se necessario non si farà scrupolo e subdolamente si proverà a giocare sui tuoi punti deboli, perché deve in qualche modo asservirti. Se non può più farlo con il desiderio giocherà su un ricatto. Perché pensandoci per quanto mi sembri impossibile adesso, desiderare una persona che non ti vede è possibile eccome. Fa parte di un rapporto sadomasochistico in cui l'insoddisfazione è la spinta. La distruzione di una autostima, il rafforzare la capacità di fallimento. O semplicemente fa tutto parte di quel rassegnarsi a ciò che appare da sempre la normalità. Il teatrino. Il presepe da sfoggiare coi vicini. La coppia stremata che tira avanti per anni, senza più parole senza più dialogo, senza più niente da cercare insieme, solo per la logistica, le bollette, la spesa, il tran tran del quotidiano. Quel nido comodo che è la scarpa sformata. La madre che dice alla figlia Funziona così, è normale, dopo molti anni insieme non ci si desidera più, così si va a letto con altri. Guardo le nuvole passare. Io non ho figli, magari proprio perché parto dal presupposto che quando non ci si desidera più ci si saluta e si fanno rapporti nuovi. Senza il desiderio muore la vitalità. Rimane solo l'istinto di morte. Quell'istinto di chi vive senza investimento sessuale. Il filo scorre veloce, rosso, coloro che ti vedono soltanto come oggetto utile, come cibo da divorare e metabolizzare in feci, una parola tira l'altra, si dipanano immagini a nastro. Riapro gli occhi sul verde delle ortensie. O guarda te se devo ritrovarmi in terrazza a ripensare al pene illusorio! Ma quasi quasi mi fermo dal verduraio e mi compro un popone, altro che presepi. Con certe mamme un vaffanculo in più ci vuole per forza, che se non si son trovate loro non si devono per forza perdere anche le figlie. Accidenti al mors tua-vita mea.

2 commenti:

  1. Ciao.
    Io credo che spesso si desiderino persone che non ci comprendono, che non ci vedono per semplice paura della solitudine. Ci si piega ad una vita e a persone ignobili, perché affrontare il mondo da soli può essere ancora più mostruoso. "Meglio soli che male accompagnati" è un detto banale e sacrosanto, ma molto difficile da attuare. Ci si accontenta di quel poco che si riesce ad elemosinare da quelle persone cui dai tutto, perché sebbene sai non sia giusto, ti dici "meglio di niente, meglio che il vuoto di non avere nessuno".
    E' qui però che cominci a morire dentro, ma fingi di non accorgertene, lasciandoti trascinare dalla quotidianità, mentendo a te stessa, cosicché quando hai una figlia, le dici che è normale, che non c'è via d'uscita, solo per non ammettere di non averla voluta intraprendere.

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  2. Quando come dici tu muori dentro si genera un'assenza e se sei assente tu per prima allora accanto va bene avere qualsiasi persona, non c'é nessuna differenza. Il meglio che niente. Pigrizia. E' tanto comodo lasciarsi vivere senza sceglier mai, senza rischiare. Ci son dei momenti che quasi quasi le invidio, certe persone, nel loro mondo ovattato e indifferente. Dura sempre quei 3 secondi netti poi mi scatta una gran pena per il loro non esserci.

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