Into the Wild, S. Penn 2007
Un film potente che ti lascia sconsolato ma energico. Dalla fotografia bellissima. Coinvolgente davvero, ma non mieloso o pregno di morali. Ha un equilibrio così perfetto da non cadere nel monito "Vedi, vedi che dovevi rimanere nella società e non ti sarebbe successo niente!"... Niente eroi, niente punizioni o martiri. Anzi. Anzi. Alex Supertramp fa un cammino così intenso e pieno e ricco che ti fa venire voglia di preparare uno zaino e andare. E' vincitore, in tutto. Uno struggente ritratto di un ragazzo straordinario che non si è tradito. E tornano vecchie frasi una roba letta in giro che sapeva di vergogna e giustificazione. No. Io la penso come Christopher. La felicità è reale solo quando è condivisa. Perché le cose nascoste, le cose tenute all'ombra, crescono bianchicce e stente e senza forza si raggrinziscono nel buio. E gli animali delle grotte e degli abissi han perso gli occhi. L'erba cresciuta sotto le pedane del campeggio quando arrivava la fine della stagione e scoprivamo la terra. Stesa per terra, bianca, morta, odorosa di muffa. Inutile, brutta. Malata. Il sole. Tutto alla luce del sole, pulito, a modino. La felicità è reale solo quando è condivisa. Per quelli che invidiano, per quelli che marcano il territorio, per quelli che sporcano (e ci saranno sempre), ci vuole solo la risposta adatta. Sana indifferenza.
Un film potente che ti lascia sconsolato ma energico. Dalla fotografia bellissima. Coinvolgente davvero, ma non mieloso o pregno di morali. Ha un equilibrio così perfetto da non cadere nel monito "Vedi, vedi che dovevi rimanere nella società e non ti sarebbe successo niente!"... Niente eroi, niente punizioni o martiri. Anzi. Anzi. Alex Supertramp fa un cammino così intenso e pieno e ricco che ti fa venire voglia di preparare uno zaino e andare. E' vincitore, in tutto. Uno struggente ritratto di un ragazzo straordinario che non si è tradito. E tornano vecchie frasi una roba letta in giro che sapeva di vergogna e giustificazione. No. Io la penso come Christopher. La felicità è reale solo quando è condivisa. Perché le cose nascoste, le cose tenute all'ombra, crescono bianchicce e stente e senza forza si raggrinziscono nel buio. E gli animali delle grotte e degli abissi han perso gli occhi. L'erba cresciuta sotto le pedane del campeggio quando arrivava la fine della stagione e scoprivamo la terra. Stesa per terra, bianca, morta, odorosa di muffa. Inutile, brutta. Malata. Il sole. Tutto alla luce del sole, pulito, a modino. La felicità è reale solo quando è condivisa. Per quelli che invidiano, per quelli che marcano il territorio, per quelli che sporcano (e ci saranno sempre), ci vuole solo la risposta adatta. Sana indifferenza.
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