giovedì 7 gennaio 2010

Madame Sitrì.



Che vai a vedere Bobo Rondelli e ti trovi a passare da Gianni Rodari a Lou Reed transitando per Tom Waits e Frank Sinatra. E in mezzo c'é il Pontino, la storica carbonara di mare di Giovanni e il bianco frizzante, ci sono i pittori dentro ai casini dell'Ardenza, il lungo viale d'Antignano e una mattinata passata nella cucina di una donna rimasta sola con il suo dolore, ci sono i sabati pomeriggi a prendere il caffé dall'Annetta, cartoline stile bauhaus appese sul muro, la ringhiera rotta riaggiustata alla meglio e quell'intaglio cervellotico su modello di Escher, c'é Vitaliano, in mezzo alle sue ballerine in bronzo, snelle e seducenti e i suoi disegni immensi a penna bic, e il pensatore, e dunque ritornano, sfocate, tristi maschere di carnevale che sfilano sulla terrazza Mascagni, c'é una giornata a strasciconi verso l'alto, intorno alla Madonna di Montenero e una serata tra i canali a cercare il ristorante migliore della città. E Bobo, tra la marmellata e l'ultima danza e poi risate più o meno amare e malcelate dolcezze, fragilità, pesantezze infinite, guizzi picareschi. Mi manca, Livorno. E' sempre stato uno strano altrove fatto di immagini che si mescolano e confondono musiche, colori, personaggi, suoni, film, fumetti e vissuto non vissuto. Fuori piove, l'Arno gonfia, da qualche parte si riflettono le stelle.

5 commenti:

  1. saliremo su di un treno a cercare quelle stelle che ci porteran fortuna... boia deh!

    RispondiElimina
  2. I ricordi non si possono cambiare, ma se ne possono costruire di migliori. Uno alla volta.

    G.

    RispondiElimina
  3. @Sir: mai dimenticherò il tuo sospiro accorato nel buio delteatro.

    @G: verissimo!!!

    RispondiElimina
  4. Penso che tu debba conoscere ancora tanto di livorno e della livornesità, mi hai fato pensare ad oggi "anzi visto l'ora ieri",che sono andato a prendere un panino alla "barrocciaia" e ci ho trovato una coppia di fiorentini entusiasti dell'essere li a vivere la livornesià, forse per me, che ci vivo e quindi la respiro tutti i giorni, e' naturale. Ma a volte mi rendo conto che non potrei vivere senza il 5/5 da Gagari, il panino da Giovanni, il tramonto ad antignano, i frutti di mare del Panattoni, e soprattutto della quotidiana LIVORNESITA', che mi fà pensare al marinaio della canzone del Bobo "che la mia terra non ha voluto lasciare"
    LEANS

    RispondiElimina
  5. Leans ma lo sai che io camperei di cecina e non ho MAI mangiato un vero 5e5???? Ma rimedierò, ah se rimedierò ;)

    RispondiElimina