sabato 29 agosto 2009

Invito al viaggio

Tanto ignoto mi sei, e tanto mi commuovi,
principe espatriato da tutte le mie parole,
che il timore e l'anelo, simultanei, perseguitano
il tuo paradiso intatto.
E nascondi la testa tra baveri altezzosi,
con cura custodisci, nel fine braccio azzurro,
serrature di un regno artico e risplendente.
Sogno disabitato col suo peso di neve,
il suo marchiato stigma attraverso te scivola.
Bisogna diruparsi, il più solido muro
abbattuto, fino alla seduzione finale
del precipizio.
Ana Rossetti

Io molte cose non le capisco più. Sembrano mostrarmi piccole storture che fiaccano e demoliscono. La poesia è tratta da Imago passionis, le ho rilette e anche quel poco che al tempo mi piaceva, non mi risuona più. Scelgo questa che è invito al viaggio e dunque al movimento e alla trasformazione. Non trovo immagini di passione in un'aria di neve, non mi piace la seduzione come un precipizio, sembra tutto ruotare intorno a un senso di peccato, a un alito di morte. Come se sotto sotto, in fondo in fondo, ci fosse sempre uno zampino sporco. Come se la passione fosse solo l'espressione della bestia immonda che porta alla distruzione, il precipizio, come se l'algida solitudine di un regno che è paradiso intatto fosse la pulizia e la perfezione. Leggo così, senza criteri, un po' per sensazione, a immagini, non mi invita con questa partenza, rimango immobile. Ascolto l'eco del sogno, ci trovo tutto ciò che stamattina mi fa distante.

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