domenica 30 agosto 2009

Prudenza.

Banalmente succede che tutto cambia perché non è possibile cristallizzare la vita in un quadretto piacevole. A stare ad occhi aperti lo si può vedere bene e si assiste alla mutazione del tutto come parte attiva e presente. Questo guardare probabilmente non ci risparmia tensione sofferenza o delusione, ma in larga parte forse ci evita un astio e una rabbia distruttivi e ci fa accettare che non si fa per forza nemmeno l'aceto. A volte succede che si passa per tanto tempo di fronte a quel quadretto piacevole senza più posarci gli occhi perchè tanto ormai è lì, lo abbiamo messo tanto tempo fa e quindi se quel giorno lo volevamo lì adesso ancora deve restare lì. Eppure no, tutto cambia e se un giorno alziamo gli occhi quella cosa lì, in quel posto lì non c'entra più molto. E non ce lo aspettavamo, era meglio passare e non guardarlo e sapere che era lì. Che rabbia, che confusione, che tristezza, tocca fare qualcosa e non si sa mai bene cosa. Troppo difficile fare le cose semplici. Sembrerebbe che non mi interessa niente, facciamo scarmazzo. Facciamo che non è colpa mia e buttiamo tutto addosso a chi passava da lì senza guardarlo. A volte il quadretto viene staccato dalla parete e scagliato contro il muro, quando forse basterebbe guardarlo un po' di più e meglio e accettare che forse è tempo di ritinteggiare la stanza, che quella sfumatura tanto caruccia al tempo adesso ci è venuta a noia e non è colpa di nessuno se niente si ferma, se tutto continua a muoversi e cambiare, è fisiologico e vitale. Quindi staccare quel quadretto e riporlo in soffitta o magari visto che non è esattamente una crosta cambiargli di collocazione e fargli abbellire un altro angolo della casa che si è costruito. Scagliare tutto contro il muro triterebbe il vetro, sfascerebbe la cornice e ammaccherebbe l'intonaco. Ma soprattutto, su tutti i pezzi sparsi in terra tutti quelli che camminano quella casa potrebbero ferirsi i piedi.

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