giovedì 16 aprile 2009

Mattina.

Leggo e rileggo la storia stanca e non mi convince e penso ai rapporti penso al creare e penso penso penso a quanto sia difficile essere veri e sinceri in tutte le proprie paure e non offrire agli altri una minestra riscaldata o un'armatura di concetti atti alla difesa. Aprire i canali di rapporto è rischioso e ci si può far tanto male. Anche a controllarli troppo si rischia la follia, che se qualcosa sfugge il panico è totale. La scena finale dell'uccellino che scompare è un'uccisione bella e buona e fa scomparire quello che di bello la donna aveva provato a creare. Scompare quando lei si tuffa in un libro, lo annulla dimenticandosi del resto, chiudendosi in un mondo altro che è solo costruzione. Ecco cosa non mi piace della storia. Che ho fatto un'immagine distruttiva. L'ho fatta perché sono stanca e triste e arrabbiata e sfiduciata ma questo non deve entrare nelle immagini che si fanno. Sono altre storie. Forse sarebbe stato più bello un altro finale. Ad esempio se quel signore avesse preso la mano della donna e avesse pronunciato poche parole magiche, se lui e la donna si fossero fatti piccoli piccoli, fossero saliti su quell'uccellino uscito dal biglietto abbandonato e dalle belle mani della donna e si fossero fatti portar via dal suo volo.
Questo sarebbe stato un bel finale.

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