venerdì 6 febbraio 2009

La meravigliosa malattia degli artigiani

Mentre il commerciante traduce tutto ciò che compra e rivende in termini di guadagno, l'artigiano ha un attaccamento particolare a ciò che produce e sovente scazza nell'attribuirgli il prezzo perché tutto il suo lavoro è accompagnato dalla soddisfazione personale, che è metà del guadagno che lui si aspetta. Guardare un grezzo e immaginarselo finito, farlo e vederlo compiuto è l'appagamento. L'aver portato a termine, l'aver avuto cura. Avere il potere di immaginare quello che gli altri ancora non si figurano. Mi è capitato spesso di consigliare sprovvedute signore circa una finitura, suggerendo qualcosa di migliore di quanto loro chiedevano e sentirle intestardirsi nella loro idea per poi, a lavoro finito, vederle insoddisfatte di ciò che loro stesse avevano desiderato. E allora rifare il lavoro a modo mio per poter mandare via un cliente contento. Rompicazzo ma contento. La mitica Zamu bacia spesso quello che le esce dalle mani e gli occhi le brillano mentre fatica sui pezzi imbrattati, le mani sporche, l'iperattività a mille mentre col suo accento veneto sciorina un argomento dopo l'altro, sempre in tensione, sempre sul pezzo. Io non ho tutta la sua grinta, e ora come ora meno che mai, che mi sento sbriciolata, ma mi contagia, e quella pace del chiudere la porta della cella e lasciar fuori il mondo brutto per riposare la mente su un intaglio da argentare mi tirerà fuori da questo brutto periodo, mi ridarà quella mia forza demolita. Sono una donna, certamente insicura, pigra forse, parecchio indietro e così superficiale da sottovalutare gli effetti devastanti della depressione sulla mia fragilità. Forse ho delle chiavi di lettura sbagliate e sbando, forse mi piace solo leggere tutto a rovescio per poter soffrire e scappare, forse mi serve questo per poter reagire. Vado nel dubbio cercando risposte. Le parole sono importanti, ma le azioni forse sono ancora più importanti. La teoria non basta, devo alzare il capino e fare. Avrò più cura di me e rispetterò le mie esigenze e chi avrà davvero voglia di starmi intorno dovrà fare lo stesso. Per alzarmi al mattino voglio rapporti veri, di scambio, di desiderio, dove nulla cade nel vuoto e non torna indietro il silenzio. Ho tutto, dentro di me. E sto veramente male, trovandomi di nuovo di fronte a tutte le mie stupide magagne irrisolte. Eppure io credo che il cambiamento sia possibile, adesso, perché ho avuto una bella faccia grazie a qualcuno di speciale e ritroverò quegli occhi e quel desiderio, regalerò ancora e mi sarà regalato, ci sarà da inventare parecchio, ritrovate le forze.
Per adesso mi curo e trovo di nuovo pace nella mia meravigliosa malattia vitale. Non sarà tutto, però è un bell'inizio.

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