sabato 27 luglio 2013

Oca al forno.

'All These Flowers Are For You - 31' - 2005, Gogi Saroj Pal





I'm telling you, life is a total connect-the-dots rollercoaster these days. (Ginu Kamani, 24 Luglio, Muir Beach)



Molti anni fa, quando lavoravo da piccola pubbiera ed ero tenera e fiordilatte mi ero inventata insieme a un amico un'usanza bellissima. Staccavo dal lavoro a notte fonda e sotto casa sua suonavo il clacson del Sì scassatissimo che mi portava in giro, un paio di birre in borsa. Se era sveglio, si affacciava e mi apriva. Poi cominciavamo. Brani da leggere. Poesie, racconti, stralci. Musica. Film. Ogni cosa ne richiamava un'altra e ci nutrivamo così, in continua osmosi, alcool, parole e fili che si intrecciavano e davano il via ad altre cose che prendevano forma. A volte ci sorprendeva la sveglia di sua madre, noi ancora persi a ragionare di frattali, montagne, bar sotto ai mari, cartoline dalle puttane di Minneapolis, scarafaggi e pantegane. Era, a vederlo oggi, un bel modo di amarci, a modo nostro. Un sacco di semi son stati gettati lì, in quelle nottate che scalavano tutti gli stadi della borrachera e tutto era già, lì. Oggi mi torna in mente quel calderone, nell'afa della città disertata da tutti. Forse anche all'epoca era estate. Oggi niente più usanze, semplicemente a caso, fo.
La mia villavillacolle è minuscola e poche persone vengono a trovarmi, per caso e per scelta direi, quasi che davvero troneggiasse sulla porta quello scudo che da anni ho in mente di fare, quello che già nel convento volevamo piazzare all'ingresso. Chi lo sa, che un giorno io non lo faccia davvero. Finora, anche senza scudo, le visite si sono selezionate autonomamente. E le energie rimangono tutte e serpeggiano tra gli oggetti. Guardo Villa Villacolle farsi sempre più bella e piena di respiro, altro rispetto alla cella 19, una storia nuova e diversa che si costruisce volta per volta ed ugualmente potente e viva. Muovo tutto, rimescolo, lascio che l'energia tellurica scorra, che il vento soffi, che bruci il fuoco. Ebollizioni sussurrate, siedo sotto a un glicine in mezzo ad una giungla, assisto a serate surreali, connetto puntini ad occhi chiusi. Invece di cenere resta una forza e me la tengo sottopelle, mescolata ai baci, agli occhi aperti e agli occhi chiusi, la alimentano parole e suoni e piccoli deragliamenti improvvisi. Non lascio il tempo di sedimentare, guai. Guai dissipar tutto in parole, si costruiscono feticci e si scialano possibilità nel solo chiacchierarne. Tacere. Esorto Azione! Azione! Andare! che stare sul divano a rimuginare spegne la fiamma, soffoca ed immobilizza, affama. Nel bollore estivo, in perfetta solitudine cerco e raccolgo.
A volte mi piacerebbe aprirla Villavillacolle, invitare chi ha voglia a venire a leggere una poesia, portare colore, spandere parole. Poi penso che posso farlo ovunque e non è un evento che cerco, ma vita. Dove mi porti questo filo non lo so, che cosa c'entri o quanto sia lontana l'oca al forno, nemmeno. Pensavo ai dadi, forse, alle frecce, a una meta. E' soprattutto resistenza, questa. E amore, sicuramente.


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