domenica 2 settembre 2012

Fare.



Ascolto Bach e penso alla mia strana mattinata a villa villacolle. Alla tazza di Measachair con il caffé caldo vicino alla colla messa in bagno a rinvenire. Alla luce sul banco da lavoro e il cielo grigio e piovoso. Scartare, ripulire, bagnare, asciugare. Usare le mani. Nel silenzio, in solitudine, la pace. Musica, piano, parole, voce che esce e canta. Equilibrio e chiarezza che delineano confini e paletti, desiderio di tranquillità, di uscire dal vortice, di fermarsi. Fare. E il legno pulito appare e la colla gonfia nel barattolo. Ci sono cose da ricominciare, da inventarsi, da portare avanti. Un'estate densa di nuovo, troppe scosse, aver perso un centro in euforica corsa, una specie di Ponyo a rotta di collo che corre sul pelo dell'acqua incurante dello tsunami. Ok. No, non così. Desiderio di spazio, silenzi, quiete. Un poco di attesa, ma appena un filo. Ho da fare cose, non ho voglia di vedere gente.
Su Measachair continuano le sorprese di alta qualità. Sono fiera della mia socia, specialmente quando mi tiene su fino alla tre di notte e ci battibecchiamo sui malintesi.

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