domenica 19 agosto 2012

Essere.


Nella strada buia e tutta curve la volpe appare nella luce dei fari e si infila lesta nel verde e sparisce. Una strada sconosciuta, giocare a cantare Elio e le Storie Tese, spensieratezza superficiale, una spina che punge e che non riesco ad ignorare. Un po' come la favoletta dell'alchimista a cui regalano il segreto della formula della pietra filosofale e poi aggiungono Però quando fai questo non pensare all'orso bruno! E allora nel momento in cui tutto dovrebbe essere lieve e senza strappi la testa rimane lucida a pensare che non deve pensare all'orso bruno e il corpo scappa, si nega, non sente emozioni. Una nebbia liquida e densa in cui non trovarsi. Che tutto si fa ma chiedo un nome, voglio parole. Eccole le mie istruzioni, le trovo così, per caso, facendo. Forse è così che deve essere per tutti o è come per i sentieri, appena mi portan fuori mi guardo intorno sperduta e tutto si fa impossibile. Come può andare insieme al fare ricerca, questo? Mi viene in mente la frasetta insidiosa del Tutto è bello, fate! No, non è vero che tutto è bello, ci sono differenze, ci sono paletti, ci son cose che hanno nomi diverse e le parole sono importanti. Io le ascolto e nascono domande come sbocciassero fiori. Alle domande si risponde in due, spesso non a parole. Guardo il soffitto, fa già caldo. Sono sola in questa stanza, non troverò risposte, solo ricordi. Essere bambina, essere volpe. 

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