giovedì 1 dicembre 2011

Ciottoli e pietre.



Un giorno marmi rossi, un giorno tutto è arancione, un giorno zuppette verdi e lavatrici melange. L'agata brunisce, la cappellaia cuce, la cera sfregata con la mano in un calzino rosso si lucida, generosa. Leggo di persone che cercano un senso, trovo email buffe, tentennanti di timidezze, piene di dense parole che non appaiono ponderate ma sgorgate, donate, lacrimate; e cancello i risvegli faticosi, le domande irrisolte, la stanchezza e un senso ingombrante di inutilità. Tutto è pesantissimo, ma basta non pensarci. Dietro a occhialini ridicoli assistere al miracolo di Pina raccontata da Wim Wenders e sentirsi un ciottolo, un grumo, un groviglio. La danza liberata della sterilità del razionale, svelato l'inutile martirio di puntare al cielo su punte di gesso come marionette disarticolate, Pina Bausch si riprende il corpo, lo fa parlare veramente, non lo imbriglia in malati schemi e regole estetiche disumanizzanti. Ti travolge una ricerca di bellezza poderosa, corpi vivi, energici, vibranti. Bisogna sempre cercare, cercare ancora.

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