martedì 15 novembre 2011

Ready-made.

              

Quanto li ho ascoltati, gli Emme. Quanto li ho amati. Mi restano lì nella libreria tre demo su cassetta, che chi l'ascolta più una cassetta, non ho nemmeno più un lettore, succede a volte che me le rigiro tra le mani, tornano echi di Fi-Pi-Li anche due o tre volte al giorno, cerco in testa una frase di prati ma non ricordo, non ricordo, le guardo, scritte a mano in calligrafia regolare, plastica, Clerici Vagantes nemmeno più originale perché me li chiese il bradipo, gli originali. Che sai, io ho tutti i demo originali nella mia collezione, ma quelli mi mancano, tu cosa te ne fai, me li regaleresti? E mi dispiacque, che ci son cose che lo sai bene quando regali una cosa che andrà perduta. E poi un librettino dal titolo Poeta Boia, un cd, che anche solo per questo salto qualitativo eran diversi, eran già cambiati, ricordo un reading alla casa del popolo Il Progresso, un Gesùccristo ammiccante in prima fila e tutte le volte la faccia di chi veniva e non sapeva. E tutti poi a dire Cazzo, che strani, cazzo, bravi, bravo questo, che voce, che ganzi. Chissà quando fu la prima volta in cui io dissi Cazzo, ma senti questi, non lo ricordo, ricordo che era parecchio, parecchio tempo fa.

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