mercoledì 26 ottobre 2011

Un Ninestrone.


Per fare un buon ninestrone bisogna  affidarsi agli ingredienti di stagione, veder cosa offre di fresco e succulento il periodo e miscelare sapientemente. La ricetta è questa: Improvvisare, a caso. Per quante persone, si vedrà volta volta e per le dosi, va benissimo un q.b. generale. Ma alcune basi non devono mancare mai e garantiscono un risultato che se non sarà perfetto riuscirà comunque a soddisfare il palato più esigente. 


La qualità innanzi tutto, che servono ingredienti scelti, e ci vuole la generosità di cacciar fuori i barattoli asserbati nel tempo, nel cosiddetto "Già che ci sono tiro fuori anche...", che quelle scorte sian tesoro senza ammuffire mai nell'avidità nascosta dell'accumulo. Che la scorta rimanga dunque sempre in vista, alla giusta distanza e che non servano scale e traslochi faticosi per ritrovare (sempre troppo tardi e con rimpianto) quella precisa spezia, quel colore, quella nota o la poesia che al momento dell'assaggio si rivelerà mancante.


Un posto importante lo occupa poi l'attrezzatura. Da preferire l'usato al nuovo, ancora senza anima, ancora poco testato. Molto meglio ciò che già ha dato prova di sé. Perché per cuocere bene, gli ingredienti hanno bisogno di stare come in una culla e un occhio di riguardo va quindi alla tempra dei metalli, alla resistenza e alla leggerezza. Grandissimo valore hanno quegli utensili consunti, macchiati e insaporiti dal tempo e dalle mani, impregnati della storia di chi li ha usati e ha imparato il mestiere, arrotondati dalle bestemmie e affilati dalle cure passate, scalfiti a volte dai pensieri e perfezionati dal sudore.


Se la dispensa è un po' disordinata, pazienza. La ricerca prenderà del tempo ma in quel mentre la pietanza si insaporirà. Talvolta arriverà pure a bruciarsi. Se ce ne accorgeremo in tempo avremo modo di rimediare e trasformare quella punta di bruciato in un leggero retrogusto accattivante, se andrà tutto in fumo perché le nostre narici si sono avventurate in qualche fiore nel frattempo, avremo solo da rilavar le pentole e ricominciare da capo, mettendo più attenzione, più premura oppure semplicemente una fiamma più bassa. 


Se possibile, mentre la pentola sobbolle, si dovrebbe camminare un poco e fare una giratina altrove, così, giusto per cogliere un po' di luci e ombre, respirare del verde, che in un ninestrone non può mancare mai, sia esso a foglie grandi o piccole, intere o sminuzzate. 


Questo vagare permetterà di incontrare personaggi inaspettati, cuori solitari, animi randagi e solitudini caleidoscopiche.



Si potranno così raccogliere i suggerimenti e le ispirazioni che in giro sono sparsi ovunque e aspettano soltanto di esser visti, rubati o adottati e che insaporiscono sempre un po', come pizzichi di sale o pepe o quella briciola di peperoncino traditrice che d'un tratto ti pizzica la lingua, acquattata nel cucchiaio, nascosta sotto allo spicchio di patata.


Se in quel girovagare si incontra molta folla che ci piaccia, ancora meglio. Mescolarsi e conoscere, curiosare e riempirsi gli occhi e il cuore aiuterà ad eliminare gli inutili spazi vuoti e contribuirà al nostro apprendimento dei sapori, allargherà il campo delle possibilità aggiungendo nomi magari esotici alle etichette dei barattoli sulla nostra mensola delle spezie e facendo sì che si riesca, con l'esperienza, ad accostare il buono con il buono e si possano via via eliminare quegli ingredienti che appesantiscono, danno amarezza o semplicemente non aggiungono niente. 


Se si è determinati si possono anche allestire angoli dove aspettare che il tutto sia cotto, o se si ha un pizzico di fortuna li si possono trovare già pronti, a disposizione. Anche questi luoghi si possono gustare nel silenzio dei pensieri o goderseli in compagnia, apparecchiandoli secondo necessità per ritrovi conviviali, brindisi calorosi e generose scorpacciate dell'anima. A renderli accoglienti sarà una bella spruzzata di vitalità e abbondanti cucchiaiate di desiderio.


In tutti i casi, quale che sia la stagione, è buona regola non gravarsi mai eccessivamente, mantenere l'appetito e rammentarsi che va mantenuto il peso forma. Lasciar pellegrinare il gusto, imbarcarsi senza tema in saporosi brodi caldi o freddi e lasciarsi andare ai flutti, pronti agli arrembaggi ai naufragi e ai pirati, che le barchette rosse si vedon di lontano.

Le personalizzazioni posson svelare accostamenti arditi e diventare ingrediente segreto, bisbigliato e rivelato con amore al momento giusto. Per esempio a casa mia, non vorrei dirlo, bisogna aggiungere tanto pelo di gatto grasso (che molti hanno un gatto adiposo, ma deve esser pure lamentoso, ladro e pavido, per esser Zenzero perfetto)

 

e sulla tovaglia non si risparmi qualche impronta di zampetta sporca, di gatto rosa Semola, esploratore e flemmatico, sempre pronto alle fusa ma restìo ai contatti prolungati, nasocurioso e seminatore di furtive leccatine d'assaggio. 


Non risparmiare sulle suole delle scarpe, le pagine dei libri, le notti insonni ed abbondare generosamente sulle cose lasciate a metà che aspettano una conclusione. Mescolare il tutto con senso di precarietà, cipiglio volitivo e velleità funeste, lagne, capricci e rospitudine. 


  Apparecchiare la tavola e prendersi il tempo per guardare il cielo.

10 commenti:

  1. Ma wow! Un Ninestrone che è una filosofia di vita! Nutriente e saporito, avvolgente e penetrante. Ora mi segno la ricetta...

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  2. che meraviglia. di mente la tua.
    un ammirato abbraccio

    nina

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  3. che meraviglia. di mente, la tua.
    un abbraccio ammirato
    nina

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  4. Bellissimo minestrone! Io lo faccio mio se mi permetti.
    Complimenti veramente, la ricetta indica una cuoca di classe, di anima e di pensiero, e non è poco.
    Un abbraccio

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  5. urca, ricetta per cui ci vuole un sacco di tempo. io stasera ho cucinato unadoratrice che viaggia per firenze. dobbiamo decidere quando buttarla sulla pubblica via.

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  6. Che sgonnellìo di belledonne! Sapeste quanti ingredienti vi rubo!! :)

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  7. cibo come filosofia di vita, piatti che hanno bisogno di tempo e dedizione per venire alla luce, armonie da creare e sapori da costruire con esperienza e sapienza....
    Ogni pietanza una costruzione di armonie rubate al tempo passato, riportate nel presente, storie da raccontare e ricordi di infanzie campagnole col pentolone sul caminetto....
    Aver superato la siglia della giovinezza e' anche questo...avere tutta una vita da ricordare e raccontare.

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  8. La tua mente è bella ^-^
    adoro il ninestrone!!!!!

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  9. Meraviglia. Le foto, il testo, tutto. Sapienti accostamenti :-)

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