giovedì 21 aprile 2011
Percorsi.
A dispetto di quella specie di assenza di radici e storia e vaghezza in cui mi trovavo ultimamente pare che d'un tratto un gran rimescolamento si faccia necessario alla ripartenza. Una roba come quella al mercato, quando a quei banchi che son montagne di cenci ti rifai da un lato e sfili e spulci e rigiri e rifrulli fino ad arrivare al lato opposto ma non ti è bastato e ti par di cacciar fuori sempre gli stessi stracci. A quel punto interviene il deus ex machina e l'omino di turno si appropinqua al magma, fa una bracciata poderosa e scapitombola tutto alla rovescia. E dagli ultimi strati riaffiorano fantasie e stili e vestitume e la ricerca ricomincia. Ecco, una roba un po' così, che quando esci da quello studio sobrio e luminoso non noti più le macchioline di muffa sui muri rosa, la decrepitezza romantica delle pareti rosa e dei portoncini sbreccati che ti hanno preso tutta l'attenzione andando. Che salendo le scale ti continuava a tornar su la voce della tua amica a dire Poi vedrai, come parlasse di una svolta epocale. No, scendendo non c'erano più i dettagli, i luoghi, no. C'era quel mappatone di roba rimescolata e riportata a galla, da cui il lavoro di ripescaggio richiederà una meticolosa cernita, proprio come al mercato, quando sei lì che cacciato fuori il vestito la giacca o la camicia devi esser bravo a misurare, trovare le magagne, capire la qualità. Ma questo è altro e ieri tra una cosa e l'altra ho continuato a rileggere i commenti senza poter mai rispondere. E ho pensato che ci son strade che si vedono solo al contrario. Qualche anno fa a guardarci adesso eravamo tutti allo stesso tavolo, stesse canne e stesso bicchiere di vino. Oggi qualcuno non fuma più, qualcuno ha da smaltire le pere, qualcuno beve troppo. Ricordo di aver ribattuto spesso alla questione Dalle canne si finisce all'eroina, che non mi ha mai convinta in questi termini. Perchè sì, il mio amico è arrivato alle pere passando pure dalle canne, ma chi lo dice che se noi l'avessimo osservato da prima non avremmo notato che tutto è cominciato a monte, dalle alpenliebe o dalle figurine? Di tutti quelli che eran lì a passarsi la canna se solo uno è arrivato alla comunità mi pare ovvio che il problema non stia più nella sostanza, ma nell'individuo, nella sua identità. Non è nel fare una cosa ma è quanto tu sei quella cosa. Tutti hanno scatti di ira, momenti di apatia, indifferenze, ma non tutti sterminano la famiglia, finiscono in stato catatonico in una stanza imbottita o si lanciano dal quarantesimo piano. Ovvio che in questi casi si va all'indietro e si rifà il percorso: psicotico, aveva una sindrome scoperta perchè c'è stato un episodio. Mi pare un po' il percorso del tossico che parte dalle caramelle mou e finisce a farsi di crack. Come se nell'identità ci fosse un buchino e lì ci si annidasse l'agente patogeno, un'identità fittizia che puó cancellare la realtà umana e prenderne il posto. La noxa esterna che fa peggiorare la situazione, la esaspera, è come un aggeggio che sfrucona nel buchino e lo fa allargare e nutre l'identità fittizia. I rapporti, la società, fanno ammalare. Non sei più il tipo buffo che se si fa una canna sta simpatico a tutti, sei solo quello lì. Tutte le altre possibili sfaccettature svaniscono. Una gabbia. Che sia droga, che siano fobie, che siano manierismi, è comunque una gabbia da cui si vive un mondo "controllato". Non c'è più spazio per la fantasia, per la creatività. Non esiste libertà in questi stati. Tutto deve ripetersi sempre uguale. È una difesa. Ma se quella noxa che allarga il buchino, quel nulla che avanza ingoiandosi Fantàsia viene arrestato, la cura puó fare effetto. Secondo me esiste. Peró ti intortano con la panzana che dice Giovanni. Tu non hai una malattia da curare, tu SEI quella malattia. E devi esser libero di essere te stesso, sei solo speciale. Invece forse sei normalissimo, hai solo paura di scoprirti sano e capace di esserlo in una società pazza.
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Uno dei miei primi amici di penna fu un tipo che -a suo dire- stava a disintossicarsi all'Asinara. Aafermava di esser arrivato all'eroina dall'eroina e di aver conosciuto il resto dopo.
RispondiEliminaIo conosco persona che si sono perse e morte con la droga e altre che si sono salvate; è una questione di scelte, come tutti nella vita.
RispondiEliminaSi sceglie anche di non scegliere più e lasciarsi trascinare dagli eventi e non è una malattia ma è la vita stessa.
Però di una cosa sono sicura : si nasce fanti, o generali, o portabandiera o ufficiali o crocerossine o disertori, il resto è tutto nel campo di battaglia
Un caro saluto, sai scrivere che sei un bel fiume in piena :-)
Paper: esatto!
RispondiEliminaLuce: secondo me tutti nasciamo alla stessa maniera, sani. Incontrando il mondo, nei primi anni e mesi, a parer mio si diventa come tu dici fanti crocerossine o disertori. Perchè sta lì il momento in cui uno puó perder qualche pezzo, si puó creare il punto fragile nell'identità. Che so, esser poco amato, essere abbandonato, esser trattato come oggetto. E ci son danni che a volte se ne stanno zitti per una vita ed escon fuori tuttiinsieme. È vero che è tutto uno scegliere, ma a volte ci sono azioni date proprio dal non VEDERE altra scelta. Ci sarebbero, ci sono sempre alternative, eppure a volte non si è più capaci di vederle. È la disperazione.
Ps secondo me Alice con gli occhiali acquista fascino ;)
perché questo amore per le categorie?
RispondiEliminaIn che senso? Spiegami. Forse attenzione più che amore, comunque.
RispondiEliminaCarissima, Alice rimgrazia e si sente più contenta di indossare gli occhialini magici :-)
RispondiEliminaIo continuo a pensare che è l'indole di una persona ti destina ad un ruolo piuttosto che un altro; anche nella gestione della disperazione, un po' parafarasanto Tolstoy ,ti dico che ognuno è infelice a modo suo e nel momento della scelta se sei dentro fante ti butti nella mischia, se sei crocerossina ti aiuti da sola se sei disertore niente ti salverà, comunque
Io ho fatto un esperimento personalissimo sociologico sulle persone che conosco da sempre, sia parenti che amici; beh, ti posso assicurare , pr quanto riguarda la mia esperienza che sono praticamente quasi uguali a quando erano bambini, si affronta la vita nella stessa maniera, come i cuccioli di leone che si azzuffano per esercitarsi e faranno lo stesso cacciando.
Ovvio che è il mio personalissimo parere che niente toglie ai tuoi bei pensieri
Un caro saluto
parli per categorie, anche piuttosto stagne tra loro
RispondiEliminaBella l'immagine deel rimescolamento bancarellistico. Anche io sono di quelle che scavano a vanvera tra cenci a 1 euro al pezzo. TRoppo complicato per me starti dietro, per quanto mi affascina intripparmi il cervello a leggerti, rubando di sgamo quelche decina di minuti "mentre la mia belle dorme"... Ti risponderei, offri tanti spunti di riflessione aal mio cervello intorpidito, ma mi perdo e arranco dietro il tuo volteggiare acrobatico appresso ai tuoi pensieri. E ancora mi sorprendo ad invidiarti un poco, perdonami, per la tua grave leggerezza, o leggera gravità, e ristagno nelle solite cose di tutti i giorni.
RispondiEliminaCredo che dovrei leggere quel libro. ce lo dovrei pure avere da qualche parte, perchè qualcuno me l'aveva prestato un tempo.
La guerra dei fiori rossi. L'hai visto? Un poco angosciante a dire il vero. Non c'entra proprio tantissimo, ma mi viene in mente quello, quando parli di fattori esterni che ti portano a maturare stati di "malattia". Non qui, mi sa che era il post precedente (quello seguente, che io ti sto leggendo a ritroso). Da cosa scaturisce la diversità? Dal fatto che qqualcun altro decide per te che tu sei diverso? Anormale? Malato? Disadattato? molto bello quel film. E poi c'era un racconto di cechov: la corsia numero 6. Io sarò pure un caso disperato, ma quando l'ho letto sono stata così male da non riuscira a dormirci di notte.
"Se vi si dirà che siete un pazzo o un criminale, se insomma d'un tratto la gente rivolgerà su di voi la sua attenzione, sappiate che siete caduto in un cerchio magico dal quale non uscirete più. Cercherete di uscirne e vi perderete sempre di più"
Scusa l'intervento fiume. Noiosa domenica mattina del dì di festa...
Ignora, se puoi, le mie sviste dattilografiche...
RispondiEliminaEcu: non lo so, secondo me categorie non ce ne sono, io riduco tutto a due tratti essenziali, ciò che è sano e ciò che non lo è.
RispondiEliminaSuSter: anche io sarei stata male a leggere una roba simile: un cerchio magico? Una cosa simile angoscia, non si hanno incantesimi per poter rompere una magia, in questo mondo, è roba astratta. Magia, superstizione, credenza, religione... tutta roba che ti avvolge in una nebbia in cui ti senti svanire. Va bene in letteratura, va bene in poesia, ma se poi guardi il mondo con certi metri sai che casini spari fuori?
Ho visto la guerra dei fiori rossi! Uh, che tristissima roba!!! Ricordo solo questo bambino solissimo, piccolissimo, e queste maestre stronze con questi fiori rossi :( poveri.
Forse la diversità sta nel fatto che tu SEI diverso, tutti lo siamo, ma alcune regole sociali, culturali, religiose ti fanno PIù diverso.
Fiuma fiuma, è roba buona! :D