martedì 22 marzo 2011

Collegamenti.

Il tempo passa, i giorni vanno e la colla fa la muffa. Una sola giornata per condensare tutto e alla fine rientro e non ho fatto niente. Vivo di attese e intanto niente progredisce e la colla va a male. Aspettare. Che gli ospiti arrivino. Che gli ospiti si alzino. Che sia finita la lavatrice per stenderla. Che si decidano a uscire. Che il pomodoro sia carico. Che i panni siano asciutti. Che arrivi l'ora di rientrare. Che ci sia modo di organizzare quel tanto da poter avere una buona cena, una bella serata. E poi ci si mettono le cose inattese. I ritardi dei voli, gli imprevisti, le colonnine affollate, le temperature in picchiata verso il basso, gli incubi, le brutte nottate. La colla va a male, i post languono, i neuroni si assopiscono, i libri si impolverano. Sparisce la ricerca, sopraffatta dalla stanchezza. Mi affaticano il fisico il lavoro e la lotta all'allergia, mi affatica lo spirito una costante necessità di attenzione a rapporti che sfuggono per vie contorte dove io non sono mai stata e dove non ho desiderio di essere. Arranco, caparbia, che fin quando ce la faccio ci provo, ma a volte mi passa proprio la voglia e vorrei solo tirar giù il bandone. Ho letto una cosa giorni fa. Un amico commemorava un prete ucciso dalla camorra nel suo blog. Mia nonna era una grande fan di madre Teresa. Mi ha regalato pure un libro sulla sua vita, sorta di eredità. Un mappazzone sulla vecchietta più buona del mondo. Peccato che invece di leggere quello ne ho letto un altro più interessante che ribalta l'immagine della santa nana e parla della necrofila che tra le altre cose, per glorificare il signore, piena di soldi fino alle orecchie, non spendeva un centesimo per comprare gli aghi per i malati che assisteva e li bucava tutti col solito ago marcio fin quando il fortunato di turno ne vinceva un pezzo in vena. Eccerto, mica doveva guarirli, doveva solo accudirli, perché il loro patire non era altro che quello che il signore dava loro. Un meritato dolore, da affrontare con coraggio per meritarsi il paradiso. La mentalità della chiesa è legata all'assistenza. Nasce da quello. Si forma attorno a un concetto che è il farsi carico degli svantaggiati, in tempi in cui le famiglie dovevano essere numerose per lavorare nei campi e chi non era produttivo era un bel peso. Allora prende campo l'assistenza, noi li accogliamo e ve li leviamo di torno, voi ci pagate vitto e alloggio. Di conseguenza, una cura anche laddove fosse possibile non può essere contemplata, o l'utilità della chiesa verrebbe meno. La mentalità che esclude una possibilità di cura genera situazioni mostruose, l'assistenza è una ripetizione vacua di gesti che vengono a noia e per semplificarsi il compito finisce per generare condizioni disumane, basta pensare un po' a quei lager che sono alcuni ospizi che finiscono sui giornali, a quello che erano i vecchi manicomi o alla recentissima inchiesta sugli OPG. Senza una speranza di cura, esseri umani lasciati nell'incuria in inferni di abbandono e psicofarmaci. L'assistenzialismo è un vicolo cieco. E allora penso a un giovane idealista che prende i voti per stare tra la gente e cambiare la società, vuole curarla da quella malattia che è la camorra. Ma non torna. Perché la cura per la chiesa non è possibile. Non esiste una malattia da curare, esiste solo il male che è mandato da dio. E allora questo ragazzo, l'avrà mai pensato che se avesse guarito la società sarebbe scomparso il posto che il suo ruolo occupava? Che c'é una sottile, strisciante connivenza tra chi genera un male e chi di quel male si serve per esistere? Ho guardato quella foto, ho letto la storia infarcita di parole che generavano immagini sterili e ho provato pena, non tanto per la tragica fine di quell'uomo, ma per l'illusione che ha coltivato, per la strada che ha intrapreso per compiere il suo desiderio. E mi son chiesta se un uomo così sognatore, un uomo d'amore come lo ha chiamato il mio amico, fosse più scomodo per la camorra o per la chiesa stessa, che con l'amore sa averci ben poco a che fare.

16 commenti:

  1. Ho bevuto troppo, torno domani.
    Cmq ho già letto qualcosa d'interessante. :*

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  2. Ladoratrice, hai un bel modo di pensare ed è un peccato che la colla faccia la muffa mentre gli ospiti fanno i loro comodi. In compenso se la colla fa la muffa di sicuro non la fa la tua vispa testolina.
    Una strizzata come dico io!

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  3. Bellomini del mio corazon, chissà come mai me la sentivo che questo post avrebbe avuto al massimo 4 commenti, due son già qui, gli altri due forse arriveranno
    :****

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  4. Hai pienamente ragione: l'idea di cura è inesistente nella chiesa, al punto che, come ho imparato di recente, tra la professione medica e la vocazione sacerdotale esiste per la chiesa una incompatibilità totale, che vieta ai sacerdoti di imparare la medicina. Il male è volontà di Dio, l'ha affermato recentemente anche il vicepresidente del CNR, Roberto de Mattei, citando l’arcivescovo di Rossano Calabro Monsignor Mazzella, riferendosi al terremoto in Giappone come una punizione divina. Poi papi vescovi e cardinali, come pure la santa di calcutta, vanno a farsi curare nelle migliori cliniche del mondo e combattono in ogni modo la malattia, ritardando con ogni mezzo la loro ascesa al paradiso. Ma si sa che la coerenza non è richiesta, in certi ambienti. Tuttavia dubito fortemente che il ragionamento di quell'uomo di cui parlava il post si sia mai spinto così a fondo. Me lo dimostra il fatto che per seguire il desiderio di combattere il male della sua terra ha sentito la necessità di indossare una divisa, di portare la sua identità fuori di sé, in una gerarchia che è la stessa che protegge i preti pedofili, concede i funerali in chiesa ai dittatori assassini come Pinochet e li nega invece a chi compie un cammino di umana ricerca e affermazione dei propri diritti come Piergiorgio Welby. Ma nemmeno penso che alla chiesa dispiaccia, avere tra le proprie fila chi, pur dietro la divisa dell'abito talare, cerca di curare i mali della società. Si tratta comunque di una minoranza che nobilita agli occhi dei più l'intera classe sacerdotale, giustifica in qualche modo l'esistenza della chiesa di fronte ai più critici ed inoltre, da morti, esaurita la carica eversiva, è facile farne dei santini da esibire pubblicamente. Non so se da vivo fosse più scomodo per la camorra o per la chiesa, che con le mafie di ogni latitudine ha sempre dimostrato una sconcertante capacità di dialogo, certo dalla sua morte la chiesa ha tratto i maggiori vantaggi.

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  5. Sapete già che la Chiesa e i preti mi stanno sulle palle, la prima in quanto Potere (sempre marcio al 99%) i secondi in quanto avvelenatori della realtà (consapevoli o meno).
    Ma don Peppino non era un prete, perchè i preti non fanno quello che faceva lui, sopratutto nel nostro territorio.
    don Peppino non conniveva coi camorristi. Non faceva come gli altri che accolgono le bestie in chiesa. Per dire, lui non permetteva ad un camorrista di fare il padrino. Non sopportava le ipocrisie della chiesa.
    don Peppino non girava la faccia davanti ai problemi, le storture, i loschi traffici. Non taceva e usava un'arma pericolosissima: la parola.
    Tanto è vero che il suo manifesto (eversivo quanti altri mai) portava come titolo PER AMORE DEL MIO POPOLO NON TACERO'.
    don Peppino era un uomo odiato da tutti i poteri perchè era uno che si muoveva, ragionava e parlava. Per questo l'hanno ucciso, perchè loro ci vogliono fermi, zitti e lobomotizzati.
    Non credo, da quello che finora ho letto, che lui volesse curare. Mi ha dato l'idea di un combattente, uno con le palle insomma. Io lo ammiro perchè uno così è un grande, abito talare o meno.

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  6. Certo che la sua figura si può prestare a strumentalizzazioni e c'è chi ne fa un santino per i propri scopi...
    Ma i grandi uomini, le grandi personalità basta non farsele rubare. Ognuno, se vuole, può con la propria testa leggere e appropiarsene.
    Poi cmq non credo che don Peppino venga molto ricordato, non se ne parla molto. Non conviene, nè alla Chiesa nè ai politici; perchè se ne parlano loro che figura ci fanno al confronto?

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  7. Ma infatti la mia riflessione non era su don Peppino, che per me resta comunque sempre in primo luogo persona e poi prete e che ho conosciuto solo attraverso delle brutte parole ma che ho immediatamente ammirato per come tu lo presenti. Io riflettevo sul fatto che per la chiesa non esiste né cura né trasformazione alcuna, perché appunto la chiesa se ne sta appollaiata laddove tutto deve rimanere immobile. Don Peppino voleva trasformare la società ed è stato subito fatto fuori, non perché prete ma perché rivoluzionario.

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  8. Sì sì, ne sono convinto.
    La Chiesa è un potere e quindi sopravvive con i mezzi che ritiene i più adatti. Non ha nessun interesse nè a cambiare le cose o ad interessarsene, non è quello a cui mira. Ha da espandersi e conservarsi; quello è il suo compito.

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  9. Io credo che ci sono persone , e permettimi un po' di retorica ma io ne faccio una bandiera di questa frase, di GRANDE ANIMA, e quindi capaci di capire empaticamente i disagi del mondo che ci circonda e hanno il coraggio di affrontarli a muso duro; sono persone di rottura degli schemi, tutti, perchè fanno una cosa che è contraria alla nostra natura caina: pensare all'altro.
    Non hanno divise o ruoli, esistono e basta e meno male, perchè nobilitano il rsto dello schifo che è l'uomo e danno speranza a chi certe cose le sente e vuole migliorare le cose.

    Una parola riguardo la figura di Madre Teresa ( conosco di persona chi le è stato accanto); io non credo che quello che si dice per denigrare la sua figura sia vero: la verità è che l'ordine da lei fondato fa ancora paura perchè in realtà sopperisce a una mancanza che esiste in tutti i paesi del mondo; la mancanza di pietà anche per chi non serve più.

    Per il resto forza e coraggio: la muffa passerà e tornerà il sereno, e tu che sei solare, non ti far abbattere, le giornate storte ci sono per tutti! :-)
    cpomunque è sempre bello rincorrere i tuoi pensieri.
    Buon Weekend
    Luce

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  10. Sulla idea di base che sottende il tuo primo pensiero non mi esprimo, in quanto so che Ladoratrice saprà farlo senz'altro meglio di me. Su madre teresa invece spendo due parole: chi denigra dice cose non vere, il libro citato è una serissima e documentata inchiesta giornalistica che spiega, nei dettagli, la vita ma ancor più le opere della santa. Lungi dal voler curare la gente, per sua stessa ammissione, madre teresa predica ai poveri la povertà e la miseria, predica ai sofferenti la sofferenza ed il dolore come mezzo per raggiungere il dio in cui lei crede. Per questo non usa medicinali né antidolorifici. Per questo nei suoi cosiddetti ospedali non esiste personale medico. Per questo quando le regalano letti comodi e attrezzature ospedaliere fa gettare via tutto, fino all'impianto di aria condizionata. Perché la miseria dei suoi ricoveri, le indecenti condizioni sanitarie, l'inesistenza delle cure sono, per lei, il mezzo con cui i poveri possono avvicinarsi al suo dio di dolore, miseria e sofferenza. Questo, beninteso, nelle sue stesse parole e nei fatti documentati. Quindi, prima di commentare un libro, quantomeno occorrerebbe prendersi la briga di leggerlo, e prima di accogliere a braccia aperte la retorica cattolica della santa buona, della missionaria dei poveri, occorrerebbe dotarsi di un minimo di senso critico.

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  11. @Giovanni Angelo Iovanelli

    Lungi da me essere polemica nel mio intervento, ma mi sono basata non su un libro ma sulla testimonianza di gente laica e atea che è stata al fianco di Madre Teresa per mesi in uno dei suo ricoveri, ecco percè mi sono permessa di esprimere il mio parere; peraltro, ma sempre per raccontato , so che spesso la mancanza di medicine era dovuto alla mancanza di fondi e quindi a scelte dolorose sui destinatari del poco che c'era e non al masochismo cristiano E' vero non ho letto il libro ma so per espreienza che si può dire e scrivere e documentare tutto e il contrario di tutto, quindi spesso mi fido di gente che ha avuto esperienza diretta. Il mio intervennto era solo per dare testimonianza personale di quelllo che sapevo, senza voler far cambiare idea a nessuno, credimi, non volevo essere polemica e me ne scuso se ne ho dato l'impressione di esserlo.
    Due parole sulla sofferenza come avvicinamento al Gesù; è una bufala anti cristiana visto che se c'è una cosa di cui non si parla nel Vangelo è questo, semmai l'accettazione del dolore ma non l'avvicinamento a Lui tramite 'ste cavolate. Purtroppo la Chiesa e la sua interpretazione del Vangelo sono una pessima pubblicità per quel povero Cristo che qualcosa di intelligente l'ha pure detta ma del resto siamo uomini e per definizioni imperfetti e opportunisti :-)
    Non sono fideista ma cerco l'equilibrio in tutte le cose, anche quelle del Cielo, tutto qui.
    Spero di essere stata chiara e di non averti offeso , dato che non era la mia intenzione e ringrazio Ladoratrice per lo spazio concesso a questo chiarimento.
    Cordialmente
    Luce

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  12. ps scusami per l'errore del tuo nome, la fretta è la mia dannazione:-)

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  13. Mi piace la vostra discussione. Io non credo che l'uomo abbia una natura caina, ma umana, e sono felice che in Spagna sia nato il primo bebé privo di un gene che provoca alcuni tumori grazie alla possibilità di scegliere l'embrione privo del gene incriminato.

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  14. @ Luce: Nessuna polemica e nessuna offesa, non ho verità d adifendere, sono solo disgustato dalla retorica su un personaggio come teresa d'avila.Comunque, quella della mancanza di fondi è una storica bufala: la comunità è ricchissima, documentatamente. Quella di non curare è una scelta confermata a più riprese dalla stessa teresa d'avila, e l'elogio del dolore e della sofferenza è una sua cifra caratteristica. Non a caso rivolgendosi ad un moribondo nella fase terminale di un tumore gli disse (ripresa dalle telecamere) che le sue sofferenze erano i baci di gesù. Il culto della sofferenza sarà anti cristiano, ma certo non è una bufala e le scritture sono piene di esempi del genere, a partire da Abramo pronto a squartare il figlio isacco perché nel sonno ha sentito la voce di dio che glielo ordinava! Pazzi scraniati imposti come padri di una religione che, nel pentateuco, idolatra una dio sanguinario che impone l'uccisione di donne bambini ed animali, incita lo stupro il saccheggio e lo sterminio. E nel vangelo non è che vada troppo meglio, a partire dal sacrificio di carne e sangue compiuto da gesù in redenzione dei peccati di tutti, banchiere senza scrupoli che fa nascere tutti in debito nei suoi confronti. La chiesa stessa tra martiri, adorazioni del sangue, flagellanti, stimmate e compagnia cantante mi pare più vicina a Hellraizer che alla visione amorevole e misericordiosa che, contro ogni evidenza alcuni le attribuiscono.

    Personalmente quello cui non credo è proprio il fatto che siamo uomini e, quindi, per definizione opportunisti o caini. E' una idea antica quella per cui homo homini lupus, che tutti abbiamo dentro il male, che l'occasione fa l'uomo ladro, ma non è vero. Nelle medesime condizioni ambientali c'è chi ruba e chi è onesto, chi è disposto a vendere la propria dignità e chi no. Persino nelle condizioni peggiori, nella realtà disumana dei Lager, ad Auschwitz come nella risiera di San Sabba, c'è stato chi ha scelto di collaborare col nazismo, vendere informazioni sui propri compagni di prigionia, diventare Kapò e chi invece ha preferito morire, senza saper dare un perché razionale a quella scelta che salvava la realtà immateriale nel momento in cui rinunciava a quella materiale. Ci sono scelte che si fanno senza un perché o, come ha lasciato scritto quel prigioniero, perché sì.

    Quella che in fondo siamo tutti assassini, è la scusa falsa e vigliacca che gli assassini, i ladri, i prepotenti si danno per assolversi, e quando questa non funziona allora devono inventarsi che la loro è furbizia, e che chi non è come loro è un ingenuo, un idealista o un santo.

    Che esista una possibilità diversa, una realtà umana sana che non si approfitta non ruba non uccide, non possono accettarlo. Altrimenti dovrebbero ammettere anche che una cura è possibile.

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  15. Giovà: Ma che t'ha fatto Teresa d'Avila? Ahahahhhaha

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  16. Ho letto adesso l'intervento di Giovanni e vale qualche piccola precisione, a parte la povera Teresa D'Avila che quando cadeva in estasi è notoria che era in peno "godimento" estatico, altro che teoria del dolore! :-)
    Il Dio che citi tu, imbroglione e sanguinario è quello del vecchio Testamento, che la figura del Cristo cambia in amore e perdono sempre.
    Che poi la madre Teresa abbia detto quello che hai detto tu ci sta pure, perchp poensare che chi ha sofferto di più ce l'ha fatta e sarà meritevole di un Paradiso senza sofferenza permette a volte di superare il dolore, sembra un paradosso ma anche quello aiuta nella sofferenza, un poì cme quando si dice alle donne che si fanno male " Ma piantala di piagnucolare ! E allora quando partorirai che farai? Il parto fa un male cane ma poi che bello il bambino! "
    Comunque grazie della conversazione molto stimolante e grazie alla padrona di casa per la sua accoglienza.
    La natura umana è sempre metà buona e metà cattiva, sono le scelte che la distinguono, solo che è più tristemente facile essere cattivi...
    Codialmente a tutti

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