venerdì 4 marzo 2011

Ciompi.





L'ultimo giorno libero, ripartirà il lavoro a tempo pieno e nelle poche ore di una giornata tento di condensare tutto il possibile. Sbrigo gli impegni, organizzo le possibilità a venire, rimedio un poco alle faccende trascurate, cerco di coccolarmi un po'. Il sole splende, il mercatino delle pulci è affollato e fiorito. Me ne sto come in ozio ma ben consapevole che devo rispettare la scaletta. E dunque via a prendere le cornici e poi a villa villacolle. Ho finalmente qualche sassolino di fegato di zolfo. Giallo, puzzolente, prezioso. Ho riscaldato un bolo rosso poco serio, ho accumulato oggetti in attesa solo delle foglie. Ho lasciato la colla a bagno. Se mi riuscisse, davvero, vorrei provare a strappare almeno un'ora al giorno per stare lì, da me. Qualsiasi. Tutta questione di cambiare testa o forse solo abitudini. Ho tante cose, da sistemare. Ho anche trovato una cornice adatta al mio Vikstrom autentico. È questione di sforzarsi. È così dura, cambiare qualcosa. Mi trovo arresa a volte. Senza più voglia. Allora mi sprono, mi faccio violenza. Nella luce fintoprimaverile ragazze parlano di libri ed autori, capto l'argomento e sorrido. Una cosa lieve, che alleggerisce e va via, uno spicciolo di bellezza speso dal caso. Una piuma che svolazza e vien portata via dal vento. Alcune cose son solo questo, attimi, godersele è un'arte che richiede prontezza. Ma il saperle riconoscere e il poter dare nomi, ha a che fare con una conoscenza che non va dispersa al vento. Ci sono le piume nel vento, poi esistono gli aquiloni. Il filo fa la differenza.




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