domenica 24 ottobre 2010

Sogni.



C'era un grosso stabile, vicino casa. Sentivo piangere un gattino lì dentro. Avvicinandomi vedevo che il casermone era abbandonato e c'erano due micini tigrati che si sgolavano dentro a un finestrone. In piedi, dietro ai vetri rotti e alle inferriate che chiudevano i finestroni, due persone grigie, una donna e forse un bambino. Mi guardavano intrappolati lì dentro e mi ripetevano senza voce "Fuoco. Fuoco. Fuoco" e io capivo che erano morti lì dentro, in un incendio. E andavo a casa, nella mia casa di adesso, dove ci sono due ascensori. Mi dirigevo verso quello di destra, dove non vado mai, dato che sto nell'ala sinistra, e da una porta a scomparsa uscivano la donna e l'uomo grigi, con due bambini in braccio, e io li vedevo, lì, morti, fantasmi, ma non provavo spavento. Prendevo in braccio uno dei loro bambini grigi ed eterei seppur pesante e gli volevo bene.

Io non li posso interpretare, i sogni e men che meno posso capire cosa mi dice il mio inconscio, eppure mi dico che forse devo un po' prendere le distanze da situazioni interiori di rapporto ormai cenere, passato, non stare lì a coccolare bambini non miei e tantomeno bambini ormai trapassati. Non fare amicizia coi fantasmi, non mescolarmi a certe famigliole felici ma scomparse.

2 commenti:

  1. l'approccio di Perls (teoria gestalt) è sempre utile e rivelatore del significato dei sogni.
    Se no, la smorfia e buona fortuna

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  2. Mi sono documentata. Tra le due preferisco la smorfia, pensa te.

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