
La chiusura della festa Avanti popolo era da non perdere. Anzi. Il concerto, che la festa alla Fortezza in sé ha del patetico, ogni anno di più. Banchini di cianfrusaglie e paccottiglia, odore di bomboloni a zaffate. Seduti a sbafare frittura e ad assorbire puzzi di mangiari vari (dalla grigliata argentina ci investivano delle vere e proprie nuvole di fumo grasso gustosissimo), abbiamo ingollato mojitos e birra trascurando gli amici. Era una serata labronica, ma per disguidi c'era anche Gazzé che rifaceva i Genesis. Per stanchezza e per una certa intolleranza aspie ai volumi troppo alti abbiamo disertato e a furia di chiacchiere e aneddoti e amarcord quando ci siamo schiodati ormai Gazzé era probabilmente già verso l'uscita del casello autostradale e siamo infilati in questa Bella Livorno, che i Virginiana Miller erano già un pezzo avanti. Poi è arrivato Bobo. E poi è tornata Nada. Meravigliosa Nada che balla sulla Marmellata, con aria da bambina e poi pare invecchiare 20 anni mentre duettano e ci regalano Ciampi e il cuore lasciato sul porto di Livorno. Bobo é signore e sparisce mentre Nada canta, da solo fa il solito casino, cazzeggia, trascina, gioca e bercia, fuori dal palco si nasconde con trucchi da opossum e rifugge qualsiasi contatto anche visivo, ma secondo me va sempre a migliorare, magari prima o poi la smette di suicidarsi. A fine serata i piedi a pezzi e il collo torto di troppi spilungoni davanti attraversare i viali ma pensare al Pontino.
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