sabato 20 febbraio 2010

Under construction.

In preda all'ansia alle bolle e all'attesa mi fermo un po' in un angolino blu e sfoglio riviste che mi distraggano e mi ispirino. Inaspettatamente svelano segreti passati di piazze che amo molto. Il cellulare assente, la pioggia che non molla, una fetta di torta menta e cioccolata, dolce, verde e psichedelica. Sfoglio e penso. Mi mancano gli aperitivi sull'angolo del mercato, vicino ai rampicanti, se guardo queste foto in bianco e nero. Ma ho troppe cose da mettere insieme, devo gestire, mi tocca organizzare, incastrare, ottimizzare. Guardo le architetture, disegno piantine sbilenche, frullo ogni cosa e i buoni propositi si incasinano. Inscatolo, sposto ed impilo freneticamente. Mi infilo a letto sfiancata, bizzosa, impaziente. Sono in un momento in cui tutto è under construction, vale a dire che non c'é nulla ma tutto sta già perdendo forma, è tutto under destruction. Se guardo il calendario fa ancora più impressione, ma nello specchio sorrido a questa buffa definizione. Pare io sia una donna volitiva, parola che mi fa pensare a donne futuriste, svolazzanti, guidatrici, viaggiatrici e lampeggianti, ballerine, capaci di svolte e giravolte e passioni e leggerezza, fremiti di chiffon e lunghi bocchini. Deve esser tutta roba nuova che ancora non so. Un'immagine diversa. Non trovo più la bradipa con le muffette addosso che se ne stava a masticare foglioline.