martedì 15 dicembre 2009

Web.



Inchieste, richieste, link. Il web mi regala una magia e me la porto sul viso sorridente. Me ne sto all'asilo con i miei cubetti ma da sola, che finisce sempre così, io sono adorabile, io sono una meraviglia, sono un pezzetto di cuore, sono splendida, sono quella speciale che come me non ce ne saranno più, sono quella che l'asilo è il mio bello, quella amata davvero a cui finisci per non dirlo mai. Sì, riempitevi la bocca, mentre vi ascolto penso ad altro, impassibile, una maschera. Sono quella che poi la magia finisce, l'asilo passa, tutti crescono, tutti passano, io resto lì, faccio ciao ciao con la manina. Andate, andate. Si cresce con le separazioni no? Allora via, facciamone a paccate, andate, andate, poi tra qualche tempo mi direte che sono quella che adorate, mi porterete fuori, mi inviterete a cena, ridendo e scherzando come se fosse nulla mi toccherete il culo, mi brancicherete le poppe come al buffet. Io mi chiederò a quella che vi scopate quanto farebbe piacere vedervi fare questo e mi fate pena e mi sento povera. Robetta, da incastrare nel giorno in cui non si ha da fare, una scopatina sul divano, un po' di camino acceso, basta poco, io sono quella speciale per quando non c'é quella che vi ama, che tanto non c'é mai. I miei cubetti pesano, a volte. Ho imparato un bel po' di cosine se li guardo. Mi arrivano da lontano link con richieste di spiegazioni e rileggo stupita la cella 19. Le mie vecchie parole che rileggo come nuove e c'era dentro già tutto quello che adesso mi toglie il sonno. E se già me lo toglieva allora, forse avrei dovuto ascoltare il campanello e levarmi dai piedi molto prima. Quasi a dire che quel che deve accadere accade? Chi lo sa, di certo a quanto pare era il meglio a cui lasciare spazio, dovevano solo maturare i tempi. Si va, si passa, si cambia cantiere. E allora si pesca ancora dalla cesta e ci si ritrova in mano un altro pezzo. Lo tengo in grembo senza accostarlo a niente, me ne sto ferma immobile, pensosa, indecisa. Le antenne funzionano. Sentono i vuoti, sentono le assenze, percepiscono le maschere. Mettercisi in mezzo non serve a nulla. Se qualcosa deve scoppiare la cosa saggia è starsene alla larga, riavvicinarsi ad esplosione avvenuta. Se non altro servirà a non prendersi in faccia sassate e brandelli di morto, che tanto non ti ripara nessuno, nel fuggi fuggi. Nemmeno chi ti ha tirato in mezzo alla piazza con la bomba. Ognun per sè e dio per tutti e se nemmeno ci credi a dio allora riparati, cogliona e non perder tempo. Seduta col cubetto in grembo fisso un punto che non esiste, c'era un albero in quella piazza e ci son rimasta sotto. E poi parlando parlando mi dici siamo animali e scuoto la testa, vorrei vederti gesticolare, magari col sigaro in mano, infervorarti, discutere e contraddirti. Che non si aggrappano agli alberi, gli animali. Tuttalpiù ci si strusciano la pelliccia, ci fanno una pisciata a marcare il territorio. Siamo benaltro, abbiamo sto cazzo di irrazionale a fotterci sempre e fino a quando è così siam vivi, pescheremo cubetti. Anche mentre tutte le persone che abbiamo intorno ci regalano la sensazione di sorriderci false, dietro una maschera che cela altro. Forse perché non ti ritengono all'altezza di una verità, forse perché non sanno dirla per problemi loro, forse perché nemmeno sanno cosa vogliono. Io tengo il cubetto in mano e attendo, da sola. Vorrei un cartellone appeso in questo asilo. Se anche non posso capire gli altri ma solo accettarli, se anche riesco a comprendere che tutto va bene, che mi stanno tutti bene come sono, anche nelle loro insicurezze meravigliose, perché sono fiduciosa che non è per cattiveria che feriscono, almeno datemi un cartellone. Uno che mi indichi io dove sono e cosa ci faccio, che ruolo ho in tutti quei posti dove mi ritrovo spaesata. Che tutti vanno bene, son sempre io a non arrivarci, a essere sbagliata. Mi confonde, la confusione. Ho imparato la pulizia, adesso è pulizia che cerco, limpidezza. Non mi ci trovo più, in quel vabenetutto.

3 commenti:

  1. Is this the piece you were asking me about???? http://gotart4u.blogspot.com/2009/11/its-time-for-give-away.html

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  2. Conta qualcosa un abbraccio da chi nemmeno ti conosce? Forse no. Però nelle cose che scrivi mi ritrovo. E non ho risposte, purtroppo. Ma un abbraccio, quello sì.
    Giovanni, da Anobii.

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