domenica 29 novembre 2009

Donne.

Joan Mirò, Donna dall'ascella bionda che si pettina la chioma alla luce delle stelle

Nelle costellazioni di Mirò esiste un linguaggio preciso, un codice, che una volta decifrato e appreso può regalarci una lettura più precisa o approfondita delle opere. Si capiscono le donne, si riconoscono gli uccelli, si individuano i sessi, si costruiscono le scene. Questo non significa che le opere ci piaceranno di più o di meno, credo. Peròscoprendolo e imparandolo ho apprezzato ancora di più quelle opere e ho tremato quando mi sono apparse a sorpresa dietro un angolo in un museo dove non le aspettavo. Quindi si impara. Sarà così per tutto, mi chiedo? Vorrei avere un manuale per il codice che decifra i rapporti, imparare, comprendere meglio. Vincere la sensazione di disturbare sempre, di non dover invadere, di essere sempre e comunque fuori luogo, ospite e senza terra. Smettere la pazienza, l'essere silenziosa a lasciar spazio, in attesa fiduciosa che qualcuno si faccia vivo ed esprima un desiderio. Trovare la voce e il coraggio di chiamare e chiedere senza nascondersi dietro all'irreale evanescenza degli sms. Sì forse dovrei impegnarmi ed imparare a gestire dei reali rapporti umani di scambio e di ricerca, invadere, affermarmi, strepitare, vivere rumorosamente. O forse mi riduce a questo sussurro solo l'annullamentostrisciante di qualcuno per cui non sei più altro che un oggetto, un soprammobile, una cianfrusaglia. Forse non c'é niente da imparare, soltanto da sentire, non c'é da stare tanto a bacilare, che nessun codice può mai cambiar le cose se per qualcuno sei soltanto la latrina in cui svuotarsi alla bisogna. Fare ciao ciao con la manina, affanculare nell'addio come il migliore Piero Ciampi e salvarsi.

2 commenti:

  1. Un soprammobile? Una cianfrusaglia? Ma nooo.

    RispondiElimina
  2. Chi ti considera un oggetto etc.,tanto per rimanere in tema di Ciampi,sai che bel vaffanculo che si porta nella tomba...

    RispondiElimina