giovedì 1 ottobre 2009

Sogni.

Avevo detto che non li avrei scritti più, invece questo mi è piaciuto assai e lo metto qui, quasi potesse essere un tributo a diverse persone che mi piacciono. Questa mattina mi sono svegliata presto e come mi succede ultimamente mi sono sentita come spompata. Non depressa come mi sentivo sempre prima. Una pesantezza che è cambiata, è come fosse uscita da uno stato che sembrava di abitudine, avesse uno spessore diverso e mi sono rammaricata di non aver sognato nulla, di non ricordarmi. Ero ancora nel sonnolento ributolarmi e con sorpresa un pensiero ha tirato l'altro e è riaffiorato il sogno. Ho riacchiappato il filino e ho tirato su le immagini una dopo l'altra e l'ho ritrovato. Ed era denso e zeppo e quando l'ho rimesso tutto in fila ho pensato a una chiacchieratina fatta ieri sera e ho sorriso, che così imparo a trombarmi i vampiri. Anche ieri mattina mi è successo così. Ho ricordato del sogno solo che c'era una persona che si affacciava a una finestra e mi chiamava ridendo e col pensiero zoppo della veglia mi son detta che per quanto i rapporti a volte ci scombussolino e ci facciano male evidentemente il mio inconscio la sa più lunga ed evita le bizze, quella persona l'ha già collocata nel ricordo positivo e devo andare avanti.

Ero col pomodorino, pioveva, giravo e giravo per strade verso il piazzale Michelangelo, sconosciute, e a un certo punto mi trovavo con la batteria quasi scarica in un posto tipo lungarno ma non uno che esiste. Giravo per strade sconosciute, arrivavo in un posto con molti alberi fioriti sotto i quali stavano gruppetti di ginnasti grintosi e persone a parlare, nelle tipiche tenute sportive e salutiste. Io mi avvicinavo a un gruppetto e c'era un ragazzone alto e bello sorridente molto disponibile che mi diceva dai accomodati qui, chiudi il motorino che ormai è scarico e fermati, comunque ora ha smesso di piovere, siediti qui e mi dava una sedia. Arrivava una donna piccolina (sembrava un po' Maude eheheh) e tirava fuori una sedia da bambini e si sedeva davanti a me, prendeva un aggeggio di gomma e lo ripiegava e me lo infilava sotto il sedere e non capivo che faceva, la lasciavo fare perché mi fidavo e tutti aspettavano il risultato di quel coso sopra il quale ero seduta. Io mi sentivo imbarazzata osservata e messa come alla prova ma non ero diffidente, aspettavo con loro un risultato. e sentivo quel coso gonfiarsi, e poi PLOP! saltava via da sotto e lei lo riprendeva al volo e mi diceva qualcosa circa quell'aggeggio che serviva a far nascere i bambini, a rigirarli mentre nascevano, aiutavano il parto, robe simili e io mi dicevo Sì ok, ma allora ho fato proprio bene a fidarmi istintivamente, è una dottoressa e quel coso però come funziona? Forse questa è solo una specie di inizio, una dimostrazione, quell'aggeggio di gomma avrebbe dovuto mettermelo dentro la pancia e avrei dovuto essere incinta, quel coso serve a cacciar fuori roba dall'interno.... è una cosa che mi servirtà tra qualche tempo, che è bene sapere...


Adesso mi alzo, mi lavo via la notte di dosso, vado alla posta, forse farò una coccolacolazione (che di porno non c'é più nulla quando la batteria è a zero) o forse potrei rifugiarmi al convento o anche restare sotto al piumone a crogiolarmi nel nonmondo. E Sì, ci starei volentieri, non fosse che i dementi sotto camera mia hanno già messo nello stereo la loro amata compilation "Boia chi molla".

Nessun commento:

Posta un commento