lunedì 21 settembre 2009

Pomodorino.


"Noi lavoriamo continuamente all'inganno di noi stessi. E ora credete voi, che tanto parlate e decantate l'"obliar se stessi nell'amore", lo "sciogliersi dell'io nell'altra persona", che ciò sarebbe qualcosa di sostanzialmente diverso? Dunque si infrange lo specchio, ci si immagina in un'altra persona che si ammira, e si gode poi la nuova immagine del proprio io, anche se la si chiama col nome dell'altra persona".
(F.Nietzsche)

Col cuore elettrico usato e un occhietto nuovo il pomodorino è ritornato a casa. Essendo passato il tempo delle strade vuote rivolgerei un cordiale fanculo a tutti quei poveri mentecatti che ci si piazzano dietro pur potendo evidentemente sorpassare e suonano. Fa i trentacinque, non oltre. Io non mi scompongo, sto anzi leggendo Le Breton, L'elogio della marcia e quindi ben venga il tempo lento del pensare. Quando mi capita riagguanto Arthur, quando è possibile cammino e guardo. Ho altri tempi, io. Ma vo veloce e l'aspettare gli altri mi è difficile, a volte. Nel giorno vuoto da organizzare cerco di raccogliere frutti e mi soffermo a spigolare. Cosa avrà mai voluto dire Nietzsche in queste poche righe? Di cosa avrà voluto parlare? Mi manca il contesto, non posso immaginarlo e rischierei di fargli torto. Però non mi pare che possa definire così l'amore. Magari stava parlando di un certo tipo di rapporto malato, di un narcisismo che annulla l'altro e gli mette dentro solo ciò che vuole vederci. Forse ha individuato un certo modo di fare non rapporti ma lo scambia per l'amore pensando che sia la normalità del sentimento amoroso. Un po' come la cialtroneria di quelli per i quali chiunque pensi finisce a delirare, che tanto siamo tutti pazzi. E porca miseria, no. E allora dunque, l'altro, l'amore, lo specchio, di che si parla? L'altro non è un vaso vuoto in cui riporre ciò che io voglio, io non mangerò l'altro per aver dentro di me pezzi di lui. Guardare l'altro per guardare se stessi equivale all'esser ciechi. Peggio ancora, equivale ad essere violentissimi! Che l'altro lo facciamo sparire! Oh mamma mia, se questo fosse l'amore sarebbe tutto una strage e una rovina. Vivrebbe tutto dei fantasmi che ognuno si porta dentro, un travaso sterile e ripetitivo, sempre identico, autoreferenziale e noioso. Lucidissime scelte, prendiamo dei ruoli! Facciamo una coppia! Facciamo il marito e la moglie! Facciamo il babbo e la mamma! E tu sarai il marito che io voglio e tu sarai il babbo che io voglio. Macché, un disastro. Se l'altro è un briciolino sano vi sbatterà la porta in faccia e scapperà a gambe levate. E allora checcoss'é l'amor? Boh. Quello che viene, mi verrebbe da dire. Quello che di giorno in giorno, per desiderio, la fantasia di un rapporto può cacciar fuori. Forse è ritrovarsi a dire Siamo un uomo e una donna, Siamo un babbo e una mamma, dal nostro rapporto è venuto fuori un altro essere umano perchè abbiamo unito due realtà diverse. Sì, un po' mi torna. Però non si diventa l'altro e l'altro non diventerà mai noi. Mica si sta a ragionare di atomi e legami chimici come quando si digerisce la bistecca. In amore non ci si mangia, che come immagine fa già rabbrividire anche solo per il fatto che quando mangi qualcosa, inevitabilmente, diventerà merda. Non ingrassa, l'amore. Arricchisce? Sì, già meglio. Immagini, ricordi, meraviglie, ci lascia tutte robe che avremo da parte. Mica santini o referenze, per carità. Però bagaglio. E più uno ne ha più va leggero. Non ha una nuova immagine di sé (nessuno ce l'ha, mica gli serve, ha già un'identità, a che gli potrebbe servire immaginarsi se può essere? Si finirebbe a psichiatria!), ha ricordi. E se uno ha molti ricordi belli ha ancora più speranze di poterne fare ancora. Sì, va bene, ma che c'era da dire di Nietzsche, qua il filo va per conto suo e pure Arianna si ingarbuglierebbe. Ma che ne so, quella era la partenza, poi il gomitolo si srotola. E srotola srotola sarebbe da dirgli Signor Nietzsche lei la pensi come le pare, per me Narciso con l'amore non c'entra proprio nulla e in quello specchio poteva anche tirarci una testata a dritto. Non ci si dimentica di sé, né ci si bea di essere amati. Si crea, si fanno immagini, si realizza qualcosa che prima non c'era. Dai retta, hai finito di parlare coi filosofi? E' ora di pranzo e manca il pane!. Aspetta un po' prendo il pomodorino, vo a fare la spesa. O questo coso fioroso icché l'é? So una sega, prima non c'era.

4 commenti:

  1. In nome e per conto del mio cliente sono a rappresentarle i sentimenti del più vivo rammarico per la rappresentazione riduttiva e anche un pò irrispettosa che ha voluto dare del pensiero del mio assistito nell'articolo dal titolo "Pomodorino" (?) apparso in questo blog in data 21/09/09.Temi come l'identità (è così certa che ce ne sia una definita,ininfluenzabile e definitiva da non subire profonde alterazioni in base anche agli stravolgimenti emotivi che amore e passione comportano?),l'immedesimazione,il narcisismo,l'idealizzazione,la possesività sono così estranei al fenomeno amoroso così come lei sembra lasciar intendere? Ed esistono rapporti sani o malati in una distinzione così manichea da poterli giudicare e scindere così nettamente gli uni dagli altri? O forse in un sentimento così potente ed enigmatico come quello amoroso si mescolano ad elementi chiari e trasparenti anche le nostre insicurezze,le nostre perversioni e i retaggi più reconditi della nostra psiche?
    Il mio cliente sarebbe lieto di invitarla,per un confronto pubblico,al prossimo convegno,presso l'Università di Dortmund,dal titolo:"Fabrizio Corona e Belen Rodriguez:è vero amore?",che si terrà il prossimo 21 Ottobre 1884 alle ore 19.
    Sono certo che Pomodorino abbia anche la funzione "Macchina del tempo"?

    Avv. Jaenada

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  2. Chi ha la nebbia negli occhi la vede ovunque. Nella nebbia niente si distingue ed è molto più comodo ipotizzare il caos e la confusione per mascherare il proprio smarrimento.

    Il babbo dei pomodorini

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  3. A proposito della nebbia vorrei portare il contributo di un'altro esimio pensatore al pari di Nietzsche (per altro anche di maggiore comprensibilità):
    http://www.youtube.com/watch?v=F2V0av8ypY4

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  4. @Jaenada: Uhm... sì, è vero che si mescola tutto quello che dici, all'amore, ma non per questo va accettato tutto. Il moralismo del retaggio culturale, la perversione, il rapporto sadomasochistico del mors tua vita mea, la violenza, si possono rifiutare. E quello che intendevo io, che mi veniva in mente, è che a volte ce ne accorgiamo e a volte no ma il punto fermo lo si può ritrovare... tutto il caos pensavo fosse alla fine "spazzato via" da un'ovvia conclusione: la fantasia di un fiore lasciato come sorpresa, il desiderio di un sorriso è tutto quello che conta rispetto al resto, è la parte "pulita" o sana se vogliamo su cui tutto si può costruire. Il desiderio.

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