venerdì 8 maggio 2009

Silenzi.

Ho scoperto una botteghina per magnifiche merende a pochi passi dal convento, piena di salati, dolci, sfizi e troiai. Mi rifornisco e mi intabarro nel silenzio verde. Dall'orto solo i rumori del lavoro. Il fabbro che picchia nell'officina, niente altro. Nemmeno una radio. Solo, a tratti, risate sguaiate e brutte, coccole a un quattro zampe, voci sommesse. Mi manca un po' la musica a volte e forse anche altro. Dovrei sistemare ciò che ancora è provvisorio e mal disposto, riattivare la teiera, disporre tazze e attrezzare scorte, ma non ho voglia di visite. Non ho voglia di nulla, in verità. Provo qualche spostamento mentre aspetto la colla, l'ispirazione, la spinta. Mi sento ancora in forse qui dentro e soprattutto preferisco fare altro e organizzare gli spazi verrà dopo. L'esperimento sul candeliere non ha funzionato che in parte, sgombero il tavolo e passo a fare i balocchi. Riattacco i chioccioli a un intaglio delicato, ripesco la fiaccola e riprendo in mano una mensola trovata in un corridoio della memoria. Fingo di avere un bagno o una cucina dove poterla appendere e la vedo bianca, per cui con pazienza inizio a aprire un giallo, un rosso pompei, un arancio, un bolo rosso, un ceruleo svanito. Verrà un bellissimo avorio, vecchio, vissuto, sporco del tempo che non ha. Deve venire, non voglio credere di aver perso la mano in tanto tempo di inattività. Dal marciapiede mi arrivano i discorsi preoccupati degli artigiani sulla porta della bottega sottostante, la frase ricorrente da diverso tempo a questa parte è sempre "non c'é nulla, non si muove niente" e li guardo bighellonare silenziosi per il convento vuoto come fantasmi disoccupati. Un po' ha ragione chi mi dice che questo posto nuovo di pacca fa impressione così deserto, che quando era come era non ci si faceva caso al fatto che fosse disabitato. Io ci giro dentro, promenade de la mémoire, tengo vivi gli angoli che vanno affievolendosi nel ricordo. Anche io in fondo non sono che un fantasma, qua dentro, uno tra gli altri. E da dietro ai rami carichi di foglie e frutti io non vedo loro e loro non vedono me.

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