sabato 16 maggio 2009

Posta.


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Le parole sono importanti. Interrogativi sul valore delle parole che si svuotano e fanno perdere forma a ciò che dovrebbero rappresentare. Banalità forse. Ma gli amici non sono esattamente quelli che "addi" su Facebook o che blocchi in chat. Sono quegli esseri strani e rarissimi che inspiegabilmente quando gli nasce la curiosità o la voglia di qualcosa cercano di tirartici dentro per condividerla con te, ti cercano talvolta anche insistentemente, propongono, ci sono e spendono addirittura tempo per te quando hanno voglia di farti sapere che ti hanno trovato in qualcosa e ti si son sentiti accanto seppur lontani. Roba che per posta ti arrivano petali, sottobicchieri, pacchiregalo, mufloni... Quelli che vogliono bene davvero mi sa che son quelli che realizzano quello che sentono con qualcosa di tangibile. Una azione qualunque. Le persone della tua vita si riducono a quelle con cui hai un rapporto quotidiano, di scambio reale, che incontri per forza o per scelta. Quasi niente a che vedere con quello che succede passando il tempo in rete. E' altro, se non è mezzo. E questa del virtuale è una discrepanza che sempre mi accoltella, again and again. I rapporti sono quelli che sopravvivono alla impietosa prova della realtà, mi verrebbe da dire. Che reggono nonostante i casini contingenti, nonostante i casini passati e hanno voglia di affrontare pure i casini futuri. E a fare da misura a tutto questo ci sono i fatti, le azioni, ciò che viene costruito volta per volta. E anche una sorta di livello carburante, ultimamente. Perché ad un tratto tutto mi si è ridotto a questo. Non più cose belle o brutte, giuste o sbagliate: tutta una questione di carica vitale. Ciò che la alimenta, ciò che la fa scemare. E' sopravvivenza, messi da parte tutti i dettagli. Ho una cosa che perde forza se la lascio andare al solito, invece devo tenerla stretta, difenderla ben bene. Prenderà forma, se la curo.
*Foto rubata a Gisesafrori che non so dove l'abbia pescata.

3 commenti:

  1. c'è qualcosa che non mi è chiaro

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  2. Eh, chi lo sa, avrò scritto male io o sarà il limite del virtuale?

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  3. "Le parole sono importanti" diceva qualcuno, ma i gesti lo sono ancora di più, aggiungo io.

    Hugs.

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