lunedì 13 aprile 2009

Ecco l'aprile.

Ecco l'aprile, il fiore della vita
e l'aria è piena di soavi odor
vedo laggiù tra l'erba ch'è fiorita
quelli che si amano di un immenso amor.
Io amo degli augelli il gorgheggiar
sugli alberi e sulla verdura
amo col piede calpestar
i prodotti della natura.
Ma quando scorgo quel sentier
che mi conduce dove bramo
tutti i miei sogni e i miei pensier
volano verso colei che amo.

Ecco l'estate il caldo è soffocante
nelle officine il bravo lavorator
pien di fatiche e di sudor grondante
mente borghese sprezza questo odor.
Io amo dei martelli il martellar
sull'incudin dell'officina
amo del gallo il salutar
con la sua sveglia mattutina.
E sento nel mio cuor
una forte armonia
quello che sento non so cos'é
so ben di amarla alla follia.

Cade la neve nel freddo invernale
vedo sui tetti i camini a fumar.
Il focolare riscalda assai male
tutto è silenzio fuori che nel mar
amo dei fulmini il ridonar
sopra lo scoglio che l'arresta-
amo dei tuoni il rumeggiar
quando si scopre la tempesta
ma quando leggo nel suo cuor
che più non m'ama come prima
mi affliggo nel dolor
dopo i miei sogni della mattina.

Ed ora chiuso in questa scura cella
dimenticato da colei che amo ancor.
Se ci ripenso mi manca la favella
ed il ricordo mi rattrista il cuor.
E nella notte stavo ad ascoltar
il grido della sentinella
amo la luna salutar
quando rischiara la mia cella.
Ma quando penso all'avvenir
alla mia libertà perduta
vorrei baciarla e poi morir
mentr'ella dorme, a l'insaputa.



Conosciuta anche come Lamento del carcerato.

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