venerdì 13 febbraio 2009

Storie che non so scrivere.

La storia di una donna che ha sempre temuto, come molti, il cambiamento e il nuovo. Ma che ha conosciuto il bene che il movimento porta con sé. Eppure ha imbrigliato di nuovo nelle proprie paure quella vitalità conquistata nel momento in cui si é scrollata di dosso le zavorre e che le ha permesso di conoscere e assaporare la bellezza. La pienezza di qualcosa di vero. Quella donna si dibatte nei suoi tempi e nella propria storia, ci fa i conti e forse si accusa e accusa gli altri, soffre e si arrabbia ma poi ritrova solo un pensiero che forse è sano perché non muta la sua dolcezza e tutto resta presente, non viene cancellato e mentre va incontro al mondo dopo nottate passate in bianco, ha voglia di vedere cosa le succederà di nuovo. Lo desidera, quel nuovo. E tutto quel pensare e soffrire che le nega il sogno, che la fa stare a occhi sbarrati nella notte dal silenzio pesante e la fa alzare distrutta, con lo stomaco a pezzi, la pressione alta e la tensione accumulata nella cervicale che la spossa e le fa digrignare i denti la fa sentire comunque sana e non più dissociata. Che soffre tutta, mente e corpo e non ha più addosso quell'indifferenza troia che l'ha portata a provare qualcosa di bello e a insozzarsi lo stesso per distruggersi in tutti i modi. Come se il corpo potesse andare da un'altra parte rispetto al sentire irrazionale. No, tutto è compatto, adesso e lei si sente ricca e nuova e possibile. A volte si sente poverissima e abbrutita, senza più desideri. Non tornerà indietro su ciò che ha trovato. A volte piange su immagini che affiorano e la fa disperare il fatto che non torneranno più, ma è tutto falso. Ormai le ha avute, e nuove ne verranno. Ha perso e ritrovato insieme. Spende tre euro e si ritrova a leggere parole che ha scritto un altro ma che anche lei ha pronunciato e questo le sembra una conquista immane. Vivrà il dolore che sente, quando lo sente. Perchè separarsi non è indolore, non può esserlo. Ma avvia un cambiamento che è vitale, è nascita, è creatività. E' questo, essere vivi. E' questo, essere. Si ferma solo chi non è più.

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