lunedì 6 febbraio 2017

Ai blocchi.

Ricomincia. Ricomincia da qui. Ricomincia da quella poesia di Nada, trovata in un giorno di amici e libri in quella libreria con pianoforte, ricomincia a caso. Linguaggio, parole, echi. C'è molto nuovo da quel 2009, scritto e non scritto. Ho accumulato rughe per ogni sorriso, per ogni cruccio, mi si è allargato il cuore e poi si è raggrinzito, come una noce vecchia. Ho un tetto, ombretti, stivali, calze velate. Io. Non ho accantonato niente, ho visto cose, costruito mondi, vissuto paesi che mi hanno sgretolato i fantasmi. Non ho tenuto niente. Non ho medaglie, non ho acquistato gradi. Continuo a prendere treni, a cucinare, centrifugare, scopro le gioie del lavare a mano e dell'infornare per gli altri. Ho una tessera della biblioteca e un abbonamento al licopodium. Mi guardo intorno, mi guardo dal di fuori. È un oscillare continuo tra lo scoprire il bello di questa vita solo mia mai avuta prima e il patire la sofferenza di un'incomunicabilità costante. Nessuno più riesce a vedermi davvero, perchè non sono più e non sono ancora. Nessuno più riesce a vedermi davvero, ma io vedo tutti.

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