giovedì 21 luglio 2016

Casa.

Rientro, una bella serata in un bel posto. Mentre mi tolgo le scarpe nella penombra penso che anche a me piacerebbe invitare ospiti, offrire cene, ricevere amici ma che poi nei fatti questa cosa non si concretizza mai. Perchè ancora non sono attrezzata per cucinare e sbaglio sempre le dosi. Perchè i muri si sono spellati. Perchè ci sono scatole e cose in equilibrio o imballate e finisce che ho un po' vergogna di questa casa. Di cosa ne penseranno gli altri. Continuo a ripetermi Quando avró messo a posto. E sì, c'è anche del disordine ma soprattutto devo rassegnarmi che c'è quel che in casa d'altri non ho mai visto. Perchè questa è casa mia ed è diversa, inevitabilmente. E anzi dovrei smettere di pensarla in termini di ordine e iniziare a pensarla in ordine di comodità. Perchè questa casa mi piace. È bellissimo che io abbia trovato al primo colpo un posto che mi piace così tanto e che non vorrei diverso per niente al mondo. Anche se la vernice sul muro si è staccata, anche se tutto è in una stanza sola e dal piano di sopra continua a scrosciare uno scarico degno delle Niagara Falls. La luce. La luce che entra di giorno e il fresco che si mantiene, i colori e questi archi, la finestra, il soffitto affrescato. Non ha ancora un nome. Spero di avere tempo per trovargliene uno.



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