mercoledì 7 agosto 2013

Opere.

Mi impiastriccio di parole e colori e con le mani piene di tempera rossa gioco e faccio i balocchi: invece di farmi una manicure decente esibisco una tavolozza di colori sbiaditi sulla pelle ed esco così. Al volo fotografo immagini di opere al rosso, sfoglio manuali, inglobo a casaccio e superficialmente, non mi soffermo su niente. Gregorio tace e scrive. Non ce la faccio a concentrarmi, va tutto veloce.





Cenere: si identifica con la nigredo alchemica, con la morte e la dissoluzione dei corpi. Simboleggia l'istinto di morte o qualsiasi situazione in cui il ritorno all'inorganico appare come una minaccia. È collegata con la polvere, da un lato, con il fuoco e con ció che è bruciato dall'altro.

Una cosa mi pare chiara. Ci sono alcune cose stonate Gregorio, vero? Manca qualcosa, manca qualcuno, manca un punto di contatto tra una cosa e l'altra. Teoria e prassi. Finire in cenere, anche no.


1 commento:

  1. Decisamente, anche no. Fiorire, piuttosto, con gli occhi che brillano. Correre a perdifiato, inventarsi stivali delle sette leghe, farsi promesse come fanno i bambini, giocare seriamente, senza tenersi niente per il ritorno.

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