domenica 14 luglio 2013

Assi.






Il vandalismo, la stupidità, la cecità. Questo è il visibile e si traduce in rabbia e dolore per l'arte di Luca Matti.

Poi, nell'immagine, d'un tratto, si affaccia l'invisibile. Quello che sottopelle vibra e muove tutto in questo luglio denso di parole e incontri e forse nascite. E dice nido violato, dice mondo strattonato dal suo asse. Collisione. E penso alle radici ai legami ai mutamenti. Agli spostamenti di rotta, alle scosse della crosta, a un'orogenesi, che è oro-genesi, brillante d'oro e raccontata. Nascita, bocca, parola. La lava che ribolle, l'evaporazione, le braci nel buio. La terra che trema, i crolli, i terremoti stemperati alla ricerca di tempi lunghi. Terra che trema, attesa, ricerca di altro, diluizioni. Non è più tempo di strutture che crollano, strappi, vittime e onnipotenze. Non ho più voglia o tempo o energie superflue da impiegare per trascinarmi appresso zavorre. Separare la fretta dall'urgenza. Scoprire qualcosa di nuovo, una dolcezza infinita che non richiama macerie ma che ha l'energia e la vitalità del desiderio. Un nido, una bolla, un mondo. Che ha bisogno di un intervento esterno per ritrovare un nuovo asse, equilibrio, stabilità. Mondonuovo. Mappamondo da abbracciare, andare.
Di notte scrivo lunghi fiumi di coscienza, in lingua malgestita, spedisco all'estero i semi o le briciole, mi prendo il tempo.


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