domenica 12 febbraio 2012

Dentro, fuori.

Il vento gelido, i guanti per usare il cellulare, i cappelli con o senza spifferi, le scarpe polverose, i jeans con le pillacchere e sempre sempre sempre una qualche borsa da trasbordare, cose pesanti da traslocare. Il vicino con la tosse, le piante al riparo, i panni gelati, ascensori che cigolano e sbatacchiano, il calzolaio che picchia sul bancone. Dentro, al caldo, giocare a colorare, far tirare il gesso, guardarlo cambiare colore mentre asciuga, dare una pennellata di gommalacca e passarci velocemente il phon, staccare la pastiglia secca dal barattolo con il coltello, aprire barattoli di colore e volarli nel secchio, ormai secchi e morti, pieni di ruggine e tempera crepata, dorare, patinare, scotonare. Cene con gli amici, serate evitate, incontri rimandati. Libri salmastri, film da risparmiarsi, balocchi online, carote crude e bistecche in vista. In sottofondo un concerto per piano, vento e tubi innocenti. 

3 commenti:

  1. "In sottofondo un concerto per piano, vento e tubi innocenti"

    La frase è stupenda! Ebbè, quando una è bella dentro e fuori ecco cosa viene fuori: poesia.
    Un caro saluto, quando sono in vena passo sempre molto volentieri da te

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