Life.

Scaricare la posta, chattare a lato, controllare i forum, le risposte ai commenti dispensati in giro. Piazzare l'anima su un blog di parole foto e stralci. Rimbalzarsi input tramite Tumblr, appuntarsi cose pinnandole su una bacheca, sviscerare il lato professionale su Linkedin, interagire sui social network tramite i +1 di google o gli I like di facebook. Spostarsi lasciando briciole tramite FourSquare, impilare libri virtuali su Anobii e farsi una videoteca senza i popcorn. Cinguettare su Twitter, aggiornare i blog roll, piazzare link e crearsi pagine facebook per una maggiore visibilità. Pendere dalle statistiche, conteggiare visite, taggare ad arte. Indire vuote lotterie giveaway con regole aumenta-follower, anelare a uno sponsor, rubare idee e punti di vista, alla bisogna. Un'altra cosa che vedo proliferare è quell'aggregazione che dice noi ma va tutta sotto a un marchio, alla fine. Della serie Ho avuto un'idea fantastica, partecipate, datele sostanza! E tutti corrono a dare, così, per niente, mentre il contenitore aumenta di valore. Sarà che io sono arida e gelosa. Sarà che mi pare che così son bravi tutti. Sarà che solo per stare su tutti questi pezzi contemporaneamente mi servirebbe un'altra vita. Senza contare che se ti guardi intorno, hai a che fare con persone che non si portan dietro il cellulare, restano scarichi mentre contratti vendite e appuntamenti e non hanno idea che esistano le email. Quel che nasceva dal divertimento richiede a un tratto una veste di stampo quasi professionale, occorre essere e anche apparire, ma se non segui determinate regole, rimani indietro. Lascio che tutto naufraghi, guardo da lontano, sto vivendo giornate stancanti, ho le antenne stropicciate e i miei sogni pesano. Casomai aggiornatemi su un canale a caso, tanto la connessione non manca mai.