giovedì 22 dicembre 2011

Confini.


Firenze, Piazza della Repubblica

Giorni fa ho sfilato in mezzo a una manifestazione che ripresentava interrogativi importanti. Una lunga passeggiata collettiva anche troppo rumorosa di cori visto l'iniziale richiesta degli organizzatori. Ho camminato pensando a tutte le parole lette, pensando a chi ha cercato di tirarsene fuori, a chi ha subito puntato il dito scazzando clamorosamente, a chi ha tirato fuori i soliti bersagli sostitutivi. Ho camminato silenziosamente, pensando. Da via del Romito affacciandosi si vedevano un fiume di auto ferme e un lungo serpentone di persone e bandiere che abbracciavano i viali girando attorno alla fortezza. Tanti. Tanti e tutti insieme. Uscire da quell'atmosfera e trovarsi in mezzo alle luminarie, accanto a chi in Via Tornabuoni passeggiava in pelliccia con le sporte dello shopping guardando le vetrine, è stato un salto nel vuoto. 

3 commenti:

  1. Hai letto la collina dei conigli? Beh, in via Tornabuoni hai incontrato quelli d'allevamento.

    :-*

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  2. Appunto, per Kasentlaia quello è proprio il vuoto! ;)

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  3. La collina dei conigli... Rimemerge dalle nebbie della mia memoria, per lasciarmi un certo sentore amarognolo in bocca: e io? MI viene il sospetto di appartenere a quelli di allevamento. Forse schiamazziamo per rompere le gabbie, ma solo perchè tanto sappiamo che non ci riusciremo mai? E che la libertà assoluta un poco ci spaventa? E poi non avremmo più nulla contro cui scagliarci, nulla per cui valga la pena lottare... paradossalmente, la gabbia ci dà una certa libertà di movimento, una ragione per sentirci attivi, per protestare, per non fare i conti con noi stessi...

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