martedì 2 agosto 2011

Tornare.




Torno a casa e ho voglia di leggere bere qualcosa e rilassarmi. Dall'autobus guardavo il viale, la scuola dove ho preso il diploma dopo tre meravigliosi anni di scuole serali. I ragazzi lì davanti mi han fatto mettere a fuoco i segnetti. È agosto, dicono. È già agosto, dico io. Il diploma. E poi? E poi ho fatto altro. Penso ai miei amici. Ho perso tempo? No, quello no, ma a guardar bene ho perso IL tempo. Non ne ho più, non ne ho mai, con questo telefono che puó squillare sempre e non posso dimenticare mai. E ho costruito, ho ottenuto quello che volevo? Pezzi di me sì, ma quello che serviva non è arrivato mai. E ho perso roba. Mi manca quella bolla che era la Cella 19, la porta che chiudeva fuori il mondo e quel tempo mai perso, mai sprecato. Non c'era attesa, c'era un riposo, un rigenerarsi, un dare tempo al tempo. Tempo. È già agosto e posso svegliarmi al mattino e andare al mare. Non si puó morire tutte le mattine, non è normale. In questo trascinarmi si sdruciscono anche i progetti. Vicino al letto bottiglie senza messaggi.




2 commenti:

  1. Il tempo non è mai perso del tutto. Qualcosa lascia sempre dietro di sè. Anche se spesso vorresti averlo usato diversamente...
    ma ora pensiamo a quello che abbiamo davanti.

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  2. Per fortuna esistono messaggi senza la bottiglia, sono lì, possono leggerli tutti e non vanno mai perduti. Sono la nostra esistenza, se non ci chiudiamo in noi stessi.

    ;-)

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