lunedì 16 maggio 2011

Sogni.

Sfoglio distrattamente un libriccino giallo sul cinema di Herzog. E' un vecchio librettino dell'80 e da tempo lo vedo appoggiato sopra ad altri. Lo prendo in mano solo perché giorni fa, considerando l'attività nello studiolo, quel fare e disfare e smuovere, mentre stavo brunendo una cornice che adesso aspetta solo di volare in Sardegna, ho pensato proprio queste parole: La conquista dell'inutile. Che credo sia il titolo del diario che Herzog ha tenuto durante la lavorazione di Fitzcarraldo. Ma le ho pensate senza associarle a Herzog. Ho lavorato, investito soldi tempo ed energie per conquistarmi la libertà di spendermi nell'inutile. Avere un posto dove poter fare qualcosa senza fretta, a modo mio. Il lusso maggiore, adesso che sto facendo i conti con tutti i devo con cui mi soffoco. E vedere apprezzato il frutto di questa conquista al punto di arrivare a questo mi ha dato coraggio e ha fatto sì che molte cose si muovessero, nello studiolo. Con grande meraviglia nel librettino giallo trovo citazioni da libri che ho letto in cui si parla di immagini, di istinto di morte, di inconscio mare calmo. E mi soffermo su una pagina in cui si susseguono due stralci di interviste al regista. In una afferma di non sognare mai e di essere la prova vivente che chi afferma che tutti sognano è un imbecille. Non lo dice proprio così, ma quasi. Poi ce n'é un'altra in cui dice Sì, va bé, forse una volta l'anno sogno. Ma son sempre sogni insulsi di cose banali che faccio quotidianamente, infatti proprio qualche notte fa ho sognato che andavo a farmi un panino. Mi ha fatto molto sorridere e ho pensato che Herzog è troppo intelligente per mettersi a raccontare cosa sogna e che se penso alle cose banali e insulse che ha imbastito nella vita non oso immaginare cosa gli possa raccontare il pensiero per immagini che di notte abita i sogni di tutti. Una cosa che recentemente mi accade è che di nuovo ricordo i sogni appena mi sveglio. Agitando molte cose per disattivare le pentole a pressione, succede che traballino le cose intorno, che riemergano robe stantie o si riaprano falle che si eran tappate alla meno peggio. E così capita che adesso io non sia propriamente felice e nemmeno un belvedere e tantomeno una piacevole compagnia. E sogno robe pesanti, grigie, brutte. Labirinti soffocanti abitati da personaggi incappucciati, strade divelte impossibili da attraversare, città bloccate da manifestazioni inutili, auto che si sbriciolano. Mi sveglio e la giornata mi appare pesantissima prima ancora di iniziarla. Per fortuna ci pensa la realtà a tirarmi su il morale. E da una terra bellissima si fanno sentire le persone bellissime che la abitano.



7 commenti:

  1. Per me l'utile è la zavorra, l'inutile l'elio che ci riempie la testa e ci fa stare in piedi. Non esiste nulla di tanto importante quanto quello che facciamo senza alcun motivo al mondo. Si ama così, d'altronde.

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  2. Se Herzog dice che non sogna, io non lo credo. Forse, essendo lui un visionario (solo tali soggetti possono pensare e realizzare una cosa come "Fitzcarraldo"), come tutti i visionari si trovano a mescolare il sogno con la realtà, e a viverli tutti e due contemporaneamente.
    Anche a me capita spesso di ricordare i sogni nel momento in cui mi sveglio. Ma stamani, la vista della tua specchiera, subito dopo aver aperto gli occhi, mi ha fatto dimenticare cosa ho sognato stanotte...

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  3. Eh, dai. C'è del bello intorno. Aggrappiamoci a quello. Sfiatatoi per pentole a pressione.

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  4. Lo sai che sono in pochissimi a sapere che si scrive libriccino e non libricino?

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  5. chissà quale realtà è a tirarci sù e fuori.

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  6. Fiera di essere tra quel 97% di sardi. :)) :***

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  7. Ecchetedevodì?? Alla fin fine quella metà mia di Ichinussa non m'ha delusa ed era ora!!!
    GH!

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