lunedì 11 aprile 2011

Visioni.




Il film che hanno visto gli altri pare parlasse dei valori tradizionali, di famiglie unite, di uomini immaturi e certezze che si rinnovano ed era molto bello. Io ne ho visto evidentemente un altro, in cui c'era gente infelice, gente rabbiosa, gente gelida ed era una roba bruttissima, in cui sembra che qualcosa si trasformi e finisca il teatrino violento che annichilisce una delle protagoniste invece tutto torna identico a prima, si chiede il perdono, ci si sorbisce un vomitevole discorsino sul fatto che il matrimonio è sacrificio e passa il limpido messaggio per cui le persone si cancellano con la facilità con cui si riattacca il telefono solo perché "ci si aspettava che fossero meglio". D'altronde il metro con cui si misurano i rapporti nel film è chiaro quasi da subito, quando viene posta la domanda Cosa pensi di guadagnare dal tuo rapporto con il tuo amico? E penso cazzo, ma mica si hanno rapporti per guadagnarci, ma nel film sembra che debba essere così, infatti tutti pensano di poter ricavare qualcosa da quelli che hanno dintorno. La bionda in primis, che ha un'identità fondata sul suo ruolo lavorativo e di pater familias, lei rivendica il possesso della sua famiglia, di cui ha il controllo assoluto; lei lavora, lei guadagna, lei compra i bigliettini a cui gli altri dovranno apporre una firma e salvare le apparenze e le formalità; la rossa, che cerca una gratificazione e un'autostima qualunque, avendola ormai persa nel tran tran quotidiano da cui esce svilita continuamente: inappagata, insicura, balbettante, sembra rifiorire scopando a raffica con un uomo per poi dirgli No, basta, sono sposata e amo la mia compagna. Sì, certo, perché uno può scopare chiunque amando qualcunaltro e soprattutto passare da una donna a un uomo come se fosse tutto uguale, così, solo per il ghiribizzo del momento e tutto è normale. Vent'anni di coppia lesbica poi passa il primo piacione e giù pecorine. Sì, certo, immagino funzioni proprio così. Poi l'identità costantemente svilita evidentemente è più rassicurante e la rossa torna a quell'abitudinaria routine accanto al mastino che a volte ringhiando a volte piangendo li tiene tutti in fila. Il ragazzino vorrebbe guadagnarci un padre, la figlia uno straccio di identità libera da questa cappa di possesso e controllo. Peccato nessuno ci guadagni un bel nulla. Quando l'uomo sconvolge tutti vien fatto fuori, e cancellato. La rossa, la traditrice, viene punita coi musi lunghi, ma poi perdonata e riaccolta all'ovile. Perché, giustamente, quando uno tradisce il compagno può essere perdonato, ma quello con cui avviene il tradimento, che non c'entra un cazzo nell'ambaradan e sognava pure di farsi una storia, lui sì che va mazziato, lui si che è riprovevole, sconvolgere così il palcoscenico... Alla fine l'unica cosa che mi sembra di aver capito di questo gruppetto è che il loro equilibrio era tutto in questa alleanza, nel sottostare ognuno al proprio ruolo: il capofamiglia, chi se ne importa se pieno di rabbia e mezzo alcolizzato, la svampita autolesionista che deve farsi campare, due ragazzi confusi ma già instradati su una visione della vita ideologica e acritica, pronti alla rabbia e alla vendetta, insensibili e arroccati. L'unico che a parer mio si incasina e si lancia e fa delle scelte è proprio il padre biologico, che molla la sua amante e desidera una storia, ha scoperto il rapporto coi figli e non è scappato. Altro che lesbiche e famiglie alternative, alla fine, in tutta questa apoteosi di "diversità" proprio il diverso vien fatto fuori. E questo fa molto ridere, dal mio punto di vista. Se la storia fosse stata legata a una famiglia etero già mi avrebbe fatto incazzare, se poi ci si mette anche il tentativo di mescolare i temi della famiglia alla questione dell'omosessualità buttandoci dentro delle discrepanze notevoli allora mi cascan proprio le braccia. Insomma, son disgustata, una manciata di marionette prese dal loro ruolo fanno a fette una persona che si mette in gioco e affronta una trasformazione. Ecco che cosa ho visto io. E menomale i ragazzi stanno bene, io all'uscita avevo la nausea.

4 commenti:

  1. Babba Bia! Ed io che credevo d'essere l'unica a scrivere recensioni irritate su films (o altro) irritanti!
    A ridatece Er Vizzietto!!!

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  2. mbè praticamente come la realtà raccontata nei peggiori stereotipi pecorecci. meglio un vero finto come le cattive di les diaboliques. almeno posso sognare.


    nota: se una torna all'ovile non può che essere una pecora. peccato che sia stata accolta.

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  3. OLA per te! sottoscrivo praticamente tutto

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  4. Pape: io a volte mi irrito talmente che nemmeno le scrivo.
    Ecu: era meglio se veniva OccultA(ta)
    Dantès: pensavo ti fosse piaciuto!

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