martedì 8 marzo 2011

L'8 tutto l'anno.

Da stamattina, il pensiero che un post, oggi, avrebbe dovuto avere a che fare con gli uomini. Uomini. Poi ne ho pensatidue.Poi ne ho scelto uno. Un uomo che ha messo una meravigliosa immagine femminile nei libri che ha scritto e l'ha amata, difesa, celebrata. Poi apro un sito che seguo e trovo questo. Copincollo, io non ho altro da dire, sono quello che penso, sono come agisco, non farò manifesti.



l’Unità 8.3.11
«Uomini, tocca a voi. Ribellatevi a Berlusconi e alla sua orgia di Stato»
Come il marito, Josè Saramago, Pilar del Rio lancia una sfida pubblica: «Cari maschi non accettate che un Paese sia infangato da un uomo con problemi di autostima. Scendete in strada per dire basta. Saremo con voi»
di Pilar Del Rio Saramago


Un giorno, anni fa, lo scrittore portoghese – e anche italiano, perché no? – Josè Saramago lanciò una sfida pubblica: che gli uomini uscissero in strada, solo gli uomini, per dire alto e forte che loro non maltrattavano le donne, che non accettavano la vessazione come moneta di scambio nelle relazioni fra generi.
Aggiunse che se le donne sono le vittime, sono gli uomini ad avere il problema perché sono gli uomini a maltrattare. Proprio per questo gli uomini rispettosi, quelli che trattano le donne come loro stessi vorrebbero essere trattati, devono farsi sentire senza sosta per non essere confusi con gli altri: quelli che ancora non si sono resi conto né delle dimensioni del
loro crimine, né di quanto diventano sporchi nell'ignorare che le donne non sono cose e hanno pienezza di diritti: possono dire «io» senza che nessuno le uccida, le disprezzi o le segreghi. Uguali davanti alla legge, uguali nei diritti e nei doveri, tanto in casa quanto nel lavoro e nel governo comune della società.
Ebbe successo, Saramago: in varie città – Sevilla e Montevideo in testa – migliaia di uomini rispettosi ed educati uscirono per strada condannando il flagello sociale dei maltrattamenti e denunciando l’uso che della donna fanno certi mezzi di comunicazione, condannando un certo modo di sentirsi uomo, meglio sarebbe dire maschio, un modo assolutamente incompatibile con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
In quelle manifestazioni il nome di Berlusconi era presente. Non per gli scandali, né per incidenti come quelli che gli sono occorsi di recente, ma per l'indecenza del suo comportamento civile e l'assenza di etica che lui e i suoi accoliti imponevano come norma nei mezzi di comunicazione dei quali andava impadronendosi. Pubblici o privati che fossero, sempre che la distinzione sia possibile visto che tutti i canali televisivi sono concessioni pubbliche.
Quelle manifestazioni che si ripetono anno dopo anno perché anche le coscienze più dure capiscano che le donne sono compagne e non mercanzia per l'uso personale del maschio e quel messaggio di Saramago, valgono oggi per l'Italia, la Grande Italia di Verdi, che ha visto centinaia di migliaia di donne, come un’immensa bandiera bianca spiegata, in strada per dire no a un modo di governare che non rispetta né gli esseri umani, né i valori che ci hanno fatto progredire lungo i secoli allontanandoci dall’orda e facendoci diventare comunità.
Per questo, e nello spirito che abitava in Josè Saramago e che la sua nobiltà ingigantiva, mi azzardo a suggerire – ora che le donne italiane, compagne nell' anelito per un modo più pulito più giusto e più bello, si sono espresse e si esprimono ogni giorno – che siano gli uomini a uscire per strada, solo gli uomini, per dire a Berlusconi che le loro madri, figlie, spose, amiche, amanti non possono essere trattare così.
Nemmeno per scherzo. Che lo Stato non è un’orgia, che la schiavitù è finita da secoli, che le malattie fisiche e psichiche si possono curare, che un Paese non può essere infangato perché una persona ha problemi di autostima e quella mancanza di autostima la obbliga a collezionare corpi come se i corpi non fossero animati e, tanto spesso, corrotti con lusinghe e minacce.
Sì: gli uomini che non accettano la distorsione democratica come norma di governo, lo sperpero, l'arbitrio e la mancanza di rispetto verso i propri simili. Ecco, quegli uomini non potranno far altro che organizzarsi e scendere per strada per dire ora basta, come hanno fatto le donne italiane.
Quel giorno, speciale e importantissimo, in cui gli uomini scenderanno in piazza per dire di non essere e di non voler essere Berlusconi, noi donne dai lati delle strade li applaudiremo e li riempiremo di fiori. Dopo potremo incontrarci, da pari a pari, per avanzare insieme nel processo di umanizzazione che Berlusconi e i suoi frenarono con violenza, con le peggiori astuzie e i più miserabili artifici.
Uomini, compagni, amici, amanti, mariti, fratelli, padri: se non siete uguali a coloro che ripudiamo, se ci amate e ci rispettate, se partecipate ai nostri sogni di un mondo migliore, ditelo senza paura. Le donne non temono l’orco ne i suoi seguaci: sanno che tutti insieme riusciremo a fare in modo che tornino nelle caverne e tra loro, solo tra loro, liberino i loro istinti, giochino a quel che vogliono, bevano quel che gli va e ridano fino alla fine dei tempi delle loro stupide barzellette. Agli altri, a noi, questi giochi non divertono. Non apparteniamo a quella sottospecie: siamo Italia, la terra di Dante, della poesia che innamora, della musica che consola, anima i nostri corpi ed eleva i nostri spiriti. Siamo la patria dell'arte: lo diremo molto chiaro, in modo che lo capiscano anche coloro che l’abbruttimento ha reso sordi.
Vogliamo, uomini, che siate nostri simili. Vi offriremo fiori quando uscirete per strada per dire che nessuno vi paragoni a quelli che oggi comandano e disgovernano, che voi siete nel presente e nel futuro, siete i nostri compagni dell'anima, amatissimi compagni.

11 commenti:

  1. Io lo sapevo che eri una grande! :)))
    Fantastica!

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  2. un inchino di fronte alle tue parole, non ti conosco ma hai tutta la mia stima

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  3. dico che ne avevo parlato su facebook
    ma a dirlo sembro una stronza.
    no anzi a dirlo (che l'avevo detto anche io) sono proprio una stronza

    e comunque gli uomini di facebook mi avevano detto che loro non si vergognavano affatto a essere rappresentati da berlusconi perché loro erano diversi.
    certo, però se lo dicono pubblicamente non è meglio?

    frustratissima stronza che non sono altro

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  4. Mi sono permesso di condividerlo su facebook, è un articolo bellissimo! Conosci la mia profonda stima per Saramago, ma personalmente non conoscevo bene Pilar..una coppia fantastica anche nella genialità, oltre che nella passione, non c'è che dire.

    Ancora una volta grazie perchè condividi questi bellissimi "pezzi di vita" con noi..


    un saluto, carissima :)
    Paolo

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  5. @ecudielle: a quel che dici facebook è davvero un posto mal frequentato.

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  6. @Gaiole, l'alternativa sarebbe stata una roba su Manuelo, ma avrei dovuto chiederti l'autorizzazione a postare una tua immagine.
    @Suster, Willow, Paolo: e che c'entro io, è tutta roba scritta da Pilar del Rio :D
    @frustratissima stronza: dai sì accapigliamoci. tanto sempre in vantaggio sto, che io mi sono svegliata con l'idea di Saramago e l'articolo è solo una coincidenza conseguente.

    @Giovanni: lo volevo dire io :D Perché anche io non sono come la Santanché, però questo non toglie che io di averla al governo mi vergogni eccome.

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  7. Tutto giusto, è un bell'articolo che condivido.
    Purtroppo quando si va a votare i pensieri sono ben più sordidi e ignoranti.
    Noi ribelliamoci e andrà come deve andare.

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  8. Secondo uno studio americano le donne usano facebook per aumentare la propria autostima... Cosa ne pensate? http://muscvlvs.blogspot.com/2011/03/le-donne-usano-facebook-per-aumentare-l.html

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  9. @Musculus: penso che questo è spam.

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