giovedì 3 marzo 2011

Freddo.




Dopo anni qualcuno ancora si ricorda di me e viene a cercarmi per un lavoretto. Occasione per parlare del convento e sentirmi scaduta. Appena sola sfodero la bilancia, peso la colla, misuro l'acqua. Preparo tutto, poi mi accorgo che non ho gesso. Mi decido, vado. In fondo la mia difficile cornice mi aspetta là da almeno almeno un mese. E così passeggio fino a piazza dei Ciompi, approfitto per farmi un panino e farmi cambiare venti euro di monetine che iniziavano a segarmi via il braccio dalla spalla per quanto pesavano dentro alla borsa e sollevata scendo in cantina. La cornice è lì già ammannita, la riguardo appena appena con un po' di carta fine per togliere le cordate rimaste poi inizio a scaldare il bolo. Un bel giallo italiano per cominciare, poi un giallo francese che dia corpo, un bel rosso a arrotondare e infine un nero brillante giusto per. Non so cosa ne verrà fuori, ma una cosa che sempre accadeva era questa: anche l'oggetto più anonimo o ostico una volta dato il bolo di più colori poteva acquistare corpo, prendere un senso. A quel punto l'ispirazione era già lì e l'oggetto risolto. E i pezzi più belli erano magnifici già solo con il bolo. E così l'ho fatta e poi l'ho appoggiata perchè asciugasse e ho guardato l'effetto d'insieme. I volumi sono belli. Peccato piovesse, avrei voluto portarmela in spalla e tenermela vicina, piazzarla nello studiolo in modo da poterne fare un poca ogni sera. Ho pure iniziato il restauro di una cornice in rame. Poi verso casa, infreddolita dalla cantina umida, dal vento freddo. Mi fermo a metà strada, abbandono i buoni propositi e resto al caldo. Mi cimento in una torta salata, in un esperimento di cecina, mi distraggo in blog e forum. La cecina si salva, la torta meno. Ho la testa altrove. Devo decidermi a riprendere il gesso, la colla, il fegato di zolfo. Devo organizzare un letto nello studiolo. Devo metter su un progetto virtuale interessante che mi hanno presentato. Ma è arrivato marzo e il lavoro si riprenderà tutto il tempo, tutte le energie. Chiudo gli occhi, domani ci penseró.

5 commenti:

  1. O cincia! Prima o poi 'sto studiolo lo devo visitare!

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  2. Quando vuoi!! Con la bella stagione non fiorisce il giardino ma abbondano le apparizioni del vicino brasileiro desnudo. Donne! É arrivato l'arrotino!! ;D

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  3. sarà da aspettare la bella stagione per il fiore brasilero ^_^ ce passo pure io a vederlo!

    ti leggo volentieri mi piace soprattutto quando parli di lavoro,
    lavorare con le mani, sporcarle di colore
    quando mi manca
    quanto mi stanca solo guardare e muovere tasti, accordare cifre, bilanci e tempi

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  4. la prima e la vera hanno messo fuori la testina e si sono rinascoste
    no no no, torniamo a giugno, hanno detto.
    rintaniamo dunque, sotto i piumini
    (ma quassù i piumini non si lasciano mai)

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  5. Venghino siòre venghino, la lingerie del brasileiro merita sempre un'occhiata da sopra alla tazza fumante.

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