mercoledì 15 settembre 2010

Flower power.


Il bello di esser sempre stata intollerante e intransigente e incresciosamente rospa è che tutto quell'aver scremato selezionato e fottuto ha fatto sì che le poche persone rimaste sian veramente meravigliose e allora se appena appena mi trovo giù di morale mi capita di ricevere pensieri veramente meravigliosi. Questa è la mia vita, e sono. E pur depressa di fronte al possibile imminente fallimento resto io comunque e so fare lo stesso un'ottima crema di piselli e stonare stornelli e raccontare storie e tante altre varie ed eventuali che fanno di me la phava che sono. E mi ritrovo, non mi perdo davvero del tutto ancora. La mia essenza resta legata ancora alla materia, alla produzione, volo via quando per troppo tempo non metto insieme qualcosa. Mi dileguo nelle astrazioni, io sono di legno, di sassi, di terra, di roba che si impasta, si lavora, si sgrossa. Partecipo di tutto ciò che tocco come dice il poeta. Volo via quando si scioglie il filo e tutto si fa troppo leggero. Non mi riesce il puro pensiero, mi straccia il virtuale spinto. Non c'entro niente io con posti come facebook dove gli sconosciuti ti chiedono l'amicizia. Dove bisogna stressarsi a chiudere la privacy quando non si ha niente da nascondere. In tutto quel niente fatto di sterili "condividi" e "mi piace" mi perdo a cercare qualcosa che valga la gioia e sfuma il tempo. I miei angoli virtuali sono altri, hanno parole che non si sintetizzano in mi piace e condividi, hanno tempi lenti. Adoro i miei asocialnetwork. Mi cullo lì dentro ascoltando Rachmaninoff e aspettando di poter spendere il mio tempo sugli acrilici con i pennelli nuovi, quando ritorneranno le idee per tutte quelle tele intonse e quei troiai già iniziati. Tutto il resto devo scremarlo e lasciarlo indietro. Far pulizia delle spine e tenermi le rose.

1 commento:

  1. Spero ne troverai un giardino, di rose.
    E che le spine non pungano troppo. :)

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