venerdì 6 agosto 2010

Spallette.

Sul lungarno

Quando tu mi dicesti
sono stanca
facciamo festa con l'amor perché
te un t'unn'hai che discorsi
sarò franca
c'ho un altro che mi piace più di te
così tu mi piantasti
e solo mi lasciasti
oh donna tanto amata
lì sulla cantonata
in riva all'arno
andai co' i mì dolore
ma là quiete un trovai per ì mì core
e dissi allor di botto
mi butterò di sotto
ma l'arno gli era secco oh mia fanciulla
pé quella volta e un ne feci di nulla
ma m'era riservato ancor soffrire
credei perfin di perdere ì giudizio
quando dopo tre giorni vidi uscire
da casa tua un lieto sposalizio
co un altro ti sposasti
di me tu ti scordasti
pé quì dolore pazzo
e'dissi ora m'ammazzo!
in riva all'arno andai sulla spalletta
e sopra ci montai ma pé disdetta
siccome un so notare
e'volli in giù guardare
ma l'arno gli era in piena bimba mia
c'era tropp'acqua... e allora venni via
del mio grande dolor guarito fui
vedendo i tù marito angiolo mio
allor pensai se un ti sposava lui
nelle su condizioni c'ero io
gli è tutto sgangherato
gli è secco e allampanato
unn'ha più scarpe in piede
gli é becco e un se n'avvede
sull'arno a sospirare ora e va lui
se si vole affogare affari sui
io intanto da i'lungarno
e'rido e guardo l'arno
e se mi ridovessi innamorare
sto più tranquillo
che ora so notare

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