mercoledì 4 agosto 2010

Blog.

Genova, luglio 2009

Una telefonata e per trovare un post che non ricordo di aver scritto ma che mi si vuol citare mi trovo a rileggere un'annata di frasi. Che anche se non lo rammento l'idea di aver le mie parole citate da qualcuno è una merenda per l'ego. Eppure proprio non mi ricordo e non mi suona, per questo perdo tempo e scorro le pagine con metodo. E scopro che la foto del fiore di ibisco l'avevo già usata, e che la mia amica fuma robe buone e immagina dei post inesistenti. La mia anima vanesia non sarà accontentata, in quanto niente mai scrissi di Genova. Probabilmente perché fu parentesi brevissima, che addensava molte attese ma soprattutto era ponte verso l'isola, verso un altrove nuovo e si lasciava dietro promesse di carezze e non detti e non fatti. Genova vista in un giorno nell'attesa del traghetto, una passeggiata appena, a tratti stringendo un guinzaglio, trascinata e inesperta. E un cartoccio di frittura sotto ai portici in una friggitoria spartana di piastrelle azzurre, poco lontano da un posto fighetto dove la sera abbiamo preso un aperitivo trendy senz'anima. E il corso, palazzi restaurati come decorazioni pasticcere, la casa di Colombo, una piazzetta per una granita con una sorta di colonna infame. Genova è oltre questo, dentro di me, è più roba, è accento, musica, spirito azzurro che sale per le vecchie stradine storte. Non avrei saputo scrivere, che cosa è Genova. Io lo sapevo che quel post non c'era. E non ci sarà. La tengo dentro, Genova.

1 commento:

  1. Ahh - I can leave comments again. For a while there I wasn't able to... I still need to brush up on my Italian though ;-)
    A

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