giovedì 12 agosto 2010

By night.

Lungo la ferrovia un cantiere. Guardo le paratie che non so se siano antirumore o debbano tener lontano dagli occhi lo scempio delle rovine in demolizione. Mi disturba che i montanti siano più alti dei pannelli e il tutto irregolare. Che ogni pannello abbia tag e scarabocchi neri, roba scomposta, sciatta, tirata via. Forse avessero messo una bella paratia liscia e ordinata avrebbero desistito dallo sporcarla, anche aver dintorno bellezza aiuta a fare altra bellezza. E subito dopo la curva il deposito postale abbandonato e in disfacimento, da anni sottoposto a bonifica per l'eternit, spolpato, in certi punti trasparente, divelto, scartocciato. Sono anni e anni che lo vedo così. E penso a Sant'Orsola, cantiere per decenni ignudato da poco. Zone morte. Poetico l'abbandono di certe aree dismesse, monumentale l'archeologia del passato dentro i vecchi capannoni della vecchia Longinotti. La luce filtrata dal verde delle foglie ombrose arrampicate sui vetri del convento. E' stata roba bella da vivere, il silenzio di certi anfratti. E' brutto da vedere l'abbandono delle cose lasciate a se stesse. Mentre percorro il dirittone deserto sorrido. Che vuoi che sia un cantiere lasciato lì dieci anni, pensa agli egizi con quelle piramidi che cantieri infiniti.

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