lunedì 22 febbraio 2010

Furti.


La settimana a venire mi ruba il sonno, in mille immagini indistinte, progetti, impegni e fantasticati brindisi. Non mi funziona il buonsenso, nonostante la sveglia sia puntata non mi decido a contare le pecore, continuo a rigirarmi, fin quando inquieta riaccendo il portatile e faccio giri solitari. Invece di trovare il sonno trovo altro, lasciato al caso, un po' per tutti e mi stupisco, che da tempo mi chiedevo come avrei potuto procurarmelo, quel piccolo ponte fragile, proprietà privata. Lo rubo silenziosamente, senza lasciare tracce. E in una stanza vuota, in penombra, dalla mia scala su cui pulisco i vetri, vedo una donna che balla il tango. Vorrei che le scivolassero di dosso tra le pieghe della gonna tutte le catene che la legano alle lacrime e le lasciasse lì sul pavimento, obliate. Lasciale lì, sono pesanti e inutili, lasciale lì. Le spazzerò via poi, insieme alla polvere dei fori per i tasselli se uno speleologo avrà il cuore di prestarmi il trapano. Sono ottimista, oltre che volitiva.