venerdì 27 novembre 2009

Storie blu.

Musante, trovato in rete per caso

Altre forme di blu. Quello del lapislazzulo imparato dal libro francese e riprodotto sui torniti che stanno sopra al mettitutto nella cella. Quello delle pareti del locale dove rifugiarsi per una tazza di té e una rivista di arredamento. Il blu oltremare tempera, nel barattolo delle prugne secche denocciolate, la terra blu oltremare nel barattolo grande della lecitina. Liste, immagini che mi si accavallano come se non ci fosse da raccontare altro. Perché non c'é più da raccontare altro. Parole inutili, ambiguità che non raccontano, apparenze che svelano e celano. Me ne distacco, contemplo, ascolto. Cerco l'angolo mio da dove poter guardare in pace il mondo, che mi tocchi soltanto cosa posso sopportare senza spezzarmi. Che devo impararne, di cose, se tutto mi ferisce. Leggo di anime smaltate in blu, penso alla poesia di Aleksandr Blok per cui "il celeste non si misura con la mente". Mi annoia tutto quello che si può misurare con lamente, cerco qualcosa senza probabilmente saper bene cosa, visto che appena trovo dei punti fermi tutto mi crolla di fronte alla regola che non esistono regole e di nuovo tutto si confonde e non capisco. Ma non c'é niente da capire, sono soltanto le sfumature del blu di Arthur mentre pedalo e il vestito mi sale, scomodo, nella giornata primaverile, ottima per una scarpa col tacco e un vassoio di pasticceria mignon. Faccio manbassa di coccole femminili, sfarfallo da una donna meravigliosa all'altra da giorni e trovo insieme loro e me stessa, in una costante meraviglia per un rapporto che assaporo adesso, che io nacqui tardi. E per il resto rimango sempre stupida, confusa, ferita, ma mi rifiuto di congelarmi nel "Si deve", non mi arrocco, che mi scappa sempre e comunque fuori il porno e agguanto al volo un pacco goloso di scorze d'arancia inzuppate nel cioccolato e vado a caso. Ascolto solo quel punto rosso che ho sempre seguito, quello che neutralizza tutti i blu e i blues conseguenti. Ed esco in punta di piedi come non ho mai fatto, Ladorattrice che gioca alla donna di ghiaccio dopo aver lasciato sul tappeto tutta quella vulnerabile verità, la storia di quella donna che ama il calore della pelle, il profumo buono dell'amore che si mescola e l'incostante desiderio di intrecciare con qualcuno i sogni nella notte. Sa raccontare delle belle storie, Ladoratrice. Ma non sta mai ad ascoltarsi, mentre lo fa.

3 commenti:

  1. La farfalla, piuttosto.

    Ma le farfalle, carissima,
    restanfarfalle in cerca di fiori.

    ascoltale le tue storie,
    ascoltale. ma,
    non sempre le farfalle
    quando si posano sui fiori
    e cercano il nettare
    sanno vedersi.
    ...Spirotromba, antenne,
    una livrea di colori...

    i fiori appassiscono,cadono
    a voltequalcuno o qualcosa li taglano via
    e la frfalla torna e il fior non c'e' piu'.
    Certi fiori hanno proprio gambe lunghe e dicono...
    Oh, signora mi scusi devo andare...
    non hanno nettare e nn c'e' niente da fare,ahime'...
    certi altri durano sempre che a ogni primavera
    quei fiori su quel cespuglio ci ritrovi,
    nonotsantel'inverno.

    Ma le farfalle, Carissima,
    restan farfalle in cerca di fiori.

    RispondiElimina
  2. (ho dimenticato di firmarmi,olgaolgae-sorry)

    RispondiElimina
  3. I am going to have to learn Italian! The hand writing is wonderful!!!

    RispondiElimina